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ETTORE BASTIANINI: Biografia, Repertorio, Canzoni, Video, Testi
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ETTORE BASTIANINI: Biografia, Repertorio, Canzoni, Video, Testi
BIOGRAFIA
Biografia - Origini e studi
Targa apposta sulla facciata della casa natale di Ettore Bastianini, in via Paolo Mascagni, a Siena, da parte della Contrada della Pantera, nel 25º anniversario della morte.
Nato in Via Paolo Mascagni (già via di Stalloreggi di fuori), nella Contrada della Pantera, Ettore Bastianini passò l'infanzia in condizioni piuttosto umili, e non conobbe il padre. Da ragazzo, trovandosi a lavorare come garzone presso un pasticciere melomane, ebbe la fortuna d'incappare in una famiglia di artisti, gli Ammanati, che notarono la natura generosa della sua voce, e gli offrirono, oltre ad un appoggio morale, anche le sue prime lezioni di canto. La signora Fathima Ammanati, infatti, fu la sua prima maestra, e grazie a lei, che aveva ravvisato in Bastianini la corda del basso, debuttò nel 1940 in una serie di concerti a Siena e dintorni.
La carriera da basso 1940-1951
Già nel 1941 Ettore veniva accolto presso il Centro di Avviamento al Teatro Lirico del Comunale di Firenze, allora diretto da Mario Labroca. Il debutto in palcoscenico avvenne a 23 anni nella parte di Colline nella Bohème a Ravenna). Seguono Basilio, nel Barbiere, a Pisa nel novembre del 1946, e al Cairo, nello stesso inverno, cui si aggiunge, sempre in suolo egizio, Raimondo nella Lucia di Lammermoor. Il debutto ai Giardini Boboli di Firenze avviene a primavera 1947, come Colline, cui seguono due debutti, quale Ferrando nel Trovatore e Ramfis nell'Aida, rispettivamente a Cesena e a Palermo. Nel 1948 canta per la prima volta a Parma, in Gioconda accanto all'allora celebre Maria Pedrini.
La carriera di Bastianini basso, seppur non eclatante, pare ben avviata dal principio, specialmente nell'ambito dell'opera contemporanea: il 24 aprile 1948, infatti, Ettore debutta alla Scala, nell' Oedipus Rex di Stravinskij, accanto a Suzanne Danco e Mario Petri. Il 1949 lo vede impegnato in una tournée egiziana, con Aida, Barbiere e Trovatore, e a Caracas (debutto sudamericano) con Aida, Bohème e Lucia. A dicembre un nuovo debutto, al Liceu di Barcellona, quale Giorgio Walton ne I puritani.
Il primo trimestre del 1950 vede Bastianini molto impegnato al Cairo e ad Alessandria, in parti già rodate, cui si aggiungono Lotario nella Mignon e Abimelech nel Samson et Dalila, accanto alla grande Gianna Pederzini. Ad ottobre, presso il Regio di Torino, Bastianini ricopre il ruolo di Mika nella Sposa venduta di Smetana, e, il 29 dicembre, canta nel suo primo concerto radiofonico "Martini & Rossi".
Ritorno al Cairo nella primavera del 1951, con il notevole debutto nel Guglielmo Tell rossiniano; nella parte di Gualtiero (Bechi cantava il ruolo eponimo).
La carriera da baritono 1952-1965
Dopo otto anni di una carriera dignitosa che, seppure costellata da una serie di affermazioni significative, non era riuscita a dare al cantante il successo internazionale che meritava, Bastianini incontrò a Torino un maestro: Luciano Bettarini, con il quale intraprese un lungo anno di sacrificî e di studî, al fine di passare alla corda baritonale.
Nel 1952, con risultati alquanto modesti, il neo baritono debuttava al Teatro dei Rinnovati a Siena, nella parte di Giorgio Germont in Traviata. Seguì Rigoletto, nella Fortezza Medicea della città toscana. La prima, grande conferma di Bastianini baritono avvenne alla fine di dicembre 1952, a Firenze, con il debutto della parte di Jeletzki nella Dama di Picche di Čajkovskij, produzione di cui rimane la registrazione radiofonica.
All'inizio del 1953 Bastianini è impegnato, ad Amburgo, in una radiotrasmissione del Tabarro di Puccini, pubblicata in CD. Segue, a fine gennaio, il grande debutto, sempre a Firenze, nella parte di Enrico Ashton nella Lucia, accanto a Maria Callas, Giacomo Lauri-Volpi e Giuseppe Di Stefano. A Genova interpreta Olivier nel Capriccio di Strauss, e, di nuovo a Firenze, Andrej in Guerra e Pace di Prokof'ev. Seguono, ad Augusta, Amonasro nell'Aida - Amneris era Oralia Dominguez - e Don Carlo nella Forza del destino, con Leonie Rysanek. Il debutto nell'Andrea Chénier (Carlo Gérard) avviene presso l'Alfieri di Torino, seguito dalla parte di Cristo nell'oratorio della Passione di Lorenzo Perosi, a Perugia (che fu registrato da un membro del pubblico). Ma forse l'evento più importante di questo anno 1953 fu il debutto al Metropolitan di New York, in Traviata, Trovatore, e Lucia accanto a colleghi illustri quali Licia Albanese, Richard Tucker, Zinka Milanov e Lily Pons.
Nel 1954 le nuove parti sono Atanaele nella Thaïs di Massenet a Trieste (registrata e pubblicata), Melchiorre nell' Amahl di Menotti a Genova, l' Eugenio Onieghin di Čajkovskij alla Scala con Renata Tebaldi e Giuseppe Di Stefano, Mazeppa dello stesso compositore, insieme con Magda Olivero a Firenze, il Rigoletto di Verdi ad Augsburg. A novembre il ritorno al Met, con Traviata, Aida, Andrea Chénier, e l'assunzione di due nuovi ruoli: Marcello nella Bohème e, personaggio amato tra tutti, Rodrigo nel Don Carlo.
La primavera del 1955 è tutta americana, tra le tournée del Met a Filadelfia, Cleveland, Boston, Houston e Dallas, con Bohème e Traviata. Il 28 maggio, pietra miliare nella carriera del baritono senese, la prima di Traviata, con la regia di Visconti, protagonista la Callas, che tutti abbiamo ascoltato almeno una volta. Ritorno in America ad ottobre, con il debutto a Chicago nei Puritani (Riccardo), e nel Trovatore, in entrambi i casi accanto alla Callas. Al Met riprende Aida, protagonista la Tebaldi, e Andrea Chénier con la Milanov.
I momenti più salienti dell'anno 1956 sono la ripresa della produzione viscontiana di Traviata, alla Scala, per ben otto rappresentazioni, il ritorno ormai fisso al Met con Bohème, Rigoletto e Lucia, il debutto nella parte di Renato nel Ballo in maschera a Firenze, quello nel Barbiere a Napoli e nella Favorita (già registrata l'anno precedente a Firenze con la Simionato) a Monterrey, che lo vede confrontarsi per la prima volta anche nella parte di Tonio nei Pagliacci, il Faust, nella parte di Valentino, a Napoli accanto Marcella Pobbe.
Arriviamo così al 1957. Nuove parti: Escamillo nella Carmen di Bizet, al Metropolitan con Risë Stevens, e Re Carlo nell' Ernani, a Firenze, in una produzione rimasta celebre (e pubblicata in CD), accanto a Del Monaco e la Cerquetti, sotto la direzione di Mitropoulos. Debutto a Città del Messico nella Carmen e in Aida. L'anno termina con il trionfo del Ballo in Maschera scaligero, con la Callas, Di Stefano e Gavazzeni sul podio.
All'inizio del 1958 Bastianini affronta il ruolo di Michonnet nell' Adriana Lecouvreur di Cilea, protagonista Renata Tebaldi. A Napoli partecipa, quale protagonista, alla ripresa della Bohème di Leoncavallo (conservata in disco). Debutto nelle parti di Scarpia (Tosca) al San Carlo, e Ernesto nel celebre revival del Pirata di Bellini avvenuto alla Scala, con Corelli e la Callas. Sempre al San Carlo, è sua una splendida interpretazione ne La forza del destino dello stesso anno, di cui esiste la versione in video. A maggio, sempre a Milano, Ettore canta per la prima volta una delle sue parti migliori: il Nabucco di Verdi, accanto ad Anita Cerquetti. A luglio debutta a Salisburgo: primo incontro con il grande direttore Herbert von Karajan, nel Don Carlo, in cui riporta un trionfo memorabile. Dopo una lunga, fortunata tournée nelle Americhe, e il debutto a Vienna (città che lo porterà in trionfo ad ogni recita), sempre nel Don Carlo, a dicembre Bastianini fa parte del cast dell' Heracles di Händel, in lingua italiana, nella parte di Lichas originariamente affidata ad un contraltista.
L'anno 1959 è quello dei primi grandi successi viennesi: nella capitale austriaca Bastianini canta, nel giro di pochi mesi, in Ballo in Maschera, Don Carlo, Pagliacci, Tosca, Rigoletto e Carmen, intervallati da rappresentazioni alla Scala (Tabarro, Trovatore, Carmen) e in altri teatri (debutto a Bilbao nel Trovatore). A prova della straordinaria resistenza fisica di Bastianini, basterebbe esaminare la settimana dal 16 al 24 giugno: il 16 e il 20 sera Ettore risulta impegnato nel Don Carlo e nel Rigoletto a Vienna, il 23 alla Scala per un terzo atto dell'Ernani, e il 24 ritorno a Vienna nei Pagliacci. A novembre, dopo una serie di Adriana Lecouvreur a Napoli, con Corelli, Simionato e Olivero (la registrazione è storica), Bastianini fa il suo come back negli Stati Uniti, a Dallas per affiancare la Callas nelle sue ultime recite di Lucia di Lammermoor, ed illustrarsi nel Barbiere. A luglio Bastianini era stato acclamato Capitano dalla sua Contrada.
Il Met riapre le sue porte al trentaseienne baritono con Forza del Destino, Trovatore, Andrea Chénier, tra il febbraio e l'aprile del 1960. Segue a Milano una ripresa del Ballo in Maschera, nell'allestimento del 1957, ma con la Stella al posto di Maria Callas. Poi, da maggio a novembre, salvo un'interruzione per Pagliacci e Cavalleria a Verona, Bastianini è impegnato in una serie di 32 recite a Vienna, che lo vedono protagonista assoluto in opere ormai ben conosciute del suo repertorio. Vienna trova in Ettore Bastianini un nuovo idolo, e non lo tradirà mai. Il 7 dicembre 1960, per il ritorno della Callas alla Scala, dopo due anni di assenza, viene ripreso il Poliuto di Donizetti. Ettore vi interpreta, con grande successo personale, la parte di Severo (la registrazione è sicuramente la più nota dell'opera).
Il 1961 non si discosta in molto dall'anno precedente, almeno nella prima parte. Ettore canta I puritani e Lucia alla Scala (rispettivamente con Renata Scotto e Joan Sutherland), in un'edizione radiofonica del Don Carlo, pubblicata in seguito in LP... La nuova stagione viennese lo trova impegnato in 22 rappresentazioni, in un repertorio affine a quello degli anni passati, intervallate da Carmen a Verona e da Nabucco a Firenze (le registrazioni di queste produzioni esistono in CD). Bastianini debutta a Berlino, con il Trovatore, il 1 ottobre, accanto a Franco Corelli, Fedora Barbieri e Mirella Parutto, e passa l'intera stagione autunnale ed invernale tra San Francisco, Los Angeles e Dallas, con Ballo, Rigoletto, Nabucco, Aida e Lucia (con Joan Sutherland e Plácido Domingo nella parte di Arturo). Proprio in America, a Chicago, gli viene diagnosticata la neoplasia alla faringe che gli costerà la vita. Sicuramente preoccupato, ma non di meno coraggioso, Ettore affronta un nuovo ruolo a fine anno: quello del nobile Rolando nella Battaglia di Legnano alla Scala, a fianco di due grandi suoi amici Franco Corelli e Antonietta Stella. La prima è stata radiotrasmessa e conservata.
A gennaio e febbraio del 1962 la Scala porta Bastianini in trionfo in 11 rappresentazioni della Favorita di Donizetti. Segue il debutto a Londra, nel Ballo in Maschera. I primi segni del diffondersi della malattia cominciano ad essere percettibili, ma Bastianini non vuole pubblicarne l'entità: il pubblico della Scala non si capacita, allora, di alcune sue défaillances nel corso di un Rigoletto alla Scala; viene fischiato, riportando così il primo, amaro insuccesso. Vienna, invece, non cessa di amarlo e di applaudirlo; 15 le rappresentazioni di quest'anno, in un repertorio che sembra ormai canonizzato: Aida, Carmen, Don Carlo ecc. Grande pagina della carriera di Bastianini furono le sei rappresentazioni di Trovatore, a Salisburgo, sotto la direzione di Von Karajan: la registrazione della prima è considerata come una delle migliori dell'opera, poiché vanta, oltre alla presenza di Ettore, quella di Leontyne Price, Franco Corelli e Giulietta Simionato. Fra ottobre e novembre: ritorno a Los Angeles, San Francisco e Chicago. L'anno si conclude con la riconciliazione con Milano, in una serie di Trovatore, di cui rimane testimonianza discografica.
26 rappresentazioni suggellano nel 1963, l'amore profondo e reciproco tra Ettore Bastianini e Vienna. Nonostante l'avanzare inesorabile del cancro alla faringe, e le dure sedute di chemioterapia, che lo tengono fermo per quattro mesi, il cantante impegna tutte le sue energie nella musica. Da Salisburgo proviene una registrazione della ripresa di Trovatore, opera che caratterizza anche il suo debutto a Tokyo nel mese di ottobre, ove ottiene un immenso successo personale. L'anno si conclude con Don Carlo alla Scala, a fianco, tra gli altri, di una giovanissima Raina Kabaivanska. Sarà questo il suo ultimo impegno scaligero. A luglio, Ettore ha l'onore, e la gioia, di portare alla vittoria la Contrada della Pantera.
Le cure, particolarmente gravose (ed inefficaci) che venivano prodigate negli anni 60 in ambito oncologico, limitano sensibilmente l'attività artistica di Bastianini, che rimane fermo (inspiegabilmente per i suoi contemporanei, ignari della malattia) per quattro mesi, da giugno a ottobre. Tranne delle recite piuttosto sfortunate di Trovatore a Prato, Ettore è principalmente impegnato a Vienna, in una serie di 19 recite. Nonostante le forze comincino a mancare, il baritono senese debutta nella parte di Mefistofele, nella Dannazione di Faust di Charles Gounod, a Napoli, il 26 dicembre.
Il 1965 sarà l'anno degli addii, consapevoli o meno: addio a Vienna, nel Don Carlo, al Giappone, con una serie di concerti trionfali quanto malinconici (resta la registrazione del primo, a Tokyo), a San Francisco e Los Angeles nell' Andrea Chénier, e al Met, proprio nella parte di Posa, nel Don Carlo, in un amaro quanto ironico addio alla vita. Un ultimo debutto, tuttavia: Jago, nell' Otello, in quella città del Cairo che l'aveva visto, giovane basso insoddisfatto della propria vocalità.
L'ultimo anno di vita di Bastianini si ammanta di silenzio e solitudine, interrotta soltanto da qualche apparizione pubblica in Contrada (inaugurazione della Sede, in gran parte dovuta ai suoi contributi). Il grande baritono senese trascorre i suoi ultimi giorni parte nella sua città natale, capitano ancora in carica, parte sulle rive del Lago di Garda, a Sirmione, dove cerca conforto ad un male che ormai lo condanna. Riceve le visite di pochi amici, tra cui il fedele amico e collega Franco Corelli. Infine nel 1966 si stabilisce definitivamente a Sirmione, forse conscio della prossimità della fine: Siena rimarrà per lui la città natale, la città della vita. Ed il 25 gennaio del 1967, Ettore Bastianini si spegne, nel suo quarantacinquesimo anno. Siena gli riserva i funerali dei grandi e ne conserva la tomba. Della vita personale di Ettore Bastianini, che i colleghi definiscono unanimemente come uomo di grande riserbo e sensibilità, poco è noto: ebbe nel 1945, ancora giovanissimo, un figlio, che chiamò Jago, in onore ad una parte in cui avrebbe debuttato soltanto vent'anni dopo. Piccola testimonianza, questa, di un amore infinito (forse l'unico grande della sua vita) per la musica e il teatro. Avrebbe potuto curarsi, forse un'operazione avrebbe potuto allungargli la vita, se non salvargliela; preferì cure meno invasive che gli lasciassero ancora qualche giorno, o mese, o anno di palcoscenico e di canto. Soltanto dopo la sua morte il pubblico, fino i suoi più stretti amici seppero del suo male: la discrezione dell'uomo aveva avuto la meglio anche su questo aspetto.
Aspetti vocali e artistici
Dotato di una voce estesa e, in origine, piuttosto scura (da qui l'equivoco di una classificazione come basso), Bastianini poté fregiarsi, nel decennio scarso di piena salute vocale, del più autentico timbro e spessore vocale del baritono verdiano, ed è proprio nelle parti, nobili e sostenute, del compositore di Busseto che realizzò le sue interpretazioni più celebri (prima su tutti Rodrigo del Don Carlo, poi Vargas nella Forza del Destino, Germont in Traviata, il Conte nel Trovatore, Renato nel Ballo in Maschera, Rolando nella Battaglia di Legnano, Rigoletto, Nabucco ecc.). La perfezione della tenuta dei fiati, e della plasticità conseguente del legato lo indicavano, all'epoca,anche nelle parti di baritono drammatico belcantista, specie in Donizetti: Alfonso nella Favorita, Enrico nella Lucia di Lammermoor, Severo nel Poliuto, uno dei suoi più grandi successi scaligeri. Il celebre musicologo Rodolfo Celletti, tuttavia, ha sottolineato (nel suo volume "Il canto", Milano 1989) la mancata educazione di Bastianini al canto a mezza voce, indispensabile, secondo lui, nel repertorio primo romantico. Altri hanno risposto che nel periodo storico in cui Bastianini fece carriera non vi era ancora una coscienza filologica tale da soddisfare ai criteri evocati dal Celletti. Ad ogni modo l'abilità del canto tenuto a mezza voce è illustrata da Bastianini nel Don Carlo diretto da Von Karajan, Salisburgo 1958, con l'arioso "Carlo ch'è solo il nostro amore". Parte del percorso artistico del baritono senese è segnata dall'approccio al Verismo: sua caratterizzazione di successo fu quella di Carlo Gérard nell'Andrea Chénier.
Altro settore piuttosto influente nella sua formazione fu quello dell'opera russa: Ciaikovkij, Stravinskij e Prokofjev, seppure interpretati in italiano.
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