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RINO GAETANO - BIOGRAFIA

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RINO GAETANO - BIOGRAFIA Empty RINO GAETANO - BIOGRAFIA

Messaggio  VIOLONE 1950 Mer Lug 03, 2013 11:51 am



Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano, considerato il "figlio unico" della canzone italiana, ricordato per la sua voce ruvida e spontanea, per la graffiante ironia delle sue canzoni nonché per la denuncia sociale, celata dietro i suoi testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Il cantautore calabrese, rimasto profondamente legato alla sua terra di origine, ha rifiutato sempre ogni tipo di etichetta e, a differenza dei suoi contemporanei, ha evitato di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi brani non mancano certo di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Rino arriverà a fare nomi e cognomi nelle sue canzoni e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo verranno più volte censurati.
Il crocevia della sua carriera sarà l'esperienza sanremese con il successo di Gianna; per molto tempo infatti gran parte del pubblico italiano lo ricorderà solo per questo episodio. I suoi lavori precedenti verranno quasi eclissati dal nuovo successo e ciò che passerà delle sue canzoni (in primis Gianna) sarà soprattutto il nonsense e non tutto ciò che si cela dietro di esso. Tragica e prematura la sua scomparsa: un incidente stradale lo porterà via a soli trent'anni.
Il lavoro di Rino inizierà ad essere apprezzato solo diversi anni dopo la sua morte e le sue canzoni cominceranno ad essere riscoperte soprattutto dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori in particolar modo tra le nuove generazioni e facendogli guadagnare lo status di artista di culto.

I primi anni e il trasferimento a Roma
Salvatore Antonio Gaetano nasce a Crotone, in Calabria da una famiglia originaria di Cutro. In famiglia tutti lo chiamano Salvatorino, ma sua sorella maggiore Anna preferisce chiamarlo Rino. Ben presto Rino sarebbe divenuto il suo nome a tutti gli effetti. Nel marzo del 1960, quando l'artista calabrese aveva appena dieci anni, la famiglia si trasferisce a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori. L'anno dopo Rino viene mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni, non tanto per avviarlo ad una carriera ecclesiastica, quanto per assicurargli una buona cultura e per non lasciarlo troppo solo, visto che entrambi i genitori lavoravano. Qui il ragazzo, nelle sue lunghe giornate passate lontano dalla famiglia compone il poemetto E l'uomo volò e lega soprattutto con un insegnante, padre Renato Simeoni, che ricorda:
« Non è che disprezzasse perché anche lui sentiva l'importanza dello studio, però aveva anche dei momenti di grande assenza, che non era vuoto. Era molto difficile trovare Rino in situazioni di "vuoto", era sempre mentalmente occupato. C'erano dei gusti, questo mi è sempre sembrato di lui, dei gusti all'interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo tenevano occupato. Lui è stato abbastanza un ragazzo sognante, molto sognante. »
Nel 1967 torna finalmente nella città capitolina dove vivrà per tutto il resto della sua vita, prima in via Cimone nei dintorni di piazza Sempione, nel quartiere di Monte Sacro e successivamente in via Nomentana Nuova. L'anno successivo, insieme a un gruppo di amici crea il quartetto dei Krounks, un gruppo che esegue soprattutto cover. Rino suona il basso all'interno della band e nel frattempo si diletta a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni sono cantanti italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche star internazionali, quali Bob Dylan e i Beatles. È lo stesso Rino ad indicare i propri maestri musicali nel frontespizio di un quaderno che contiene accordi e canzoni scritte di suo pugno.

Il Folkstudio e le esperienze teatrali
Nel 1969 Rino si avvicina al teatro e inizia a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibiscono molti giovani artisti. Qui conosce Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori. Rino però si rivela molto diverso rispetto agli altri cantanti: la forte ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare non vanno giù a tutti. Tanto che negli anni successivi egli stesso ammetterà:
« Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni... insomma molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti. »
Inoltre Rino si dimostra poco interessato agli ideali di sinistra e, anche per questo, fatica a inserirsi nell'ambiente del Folkstudio: la militanza infatti era quasi un dogma per i cantautori in quegli anni.In quello stesso periodo Rino si esibisce spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prende parte a diverse rappresentazioni teatrali: recita i poemi di Majakowskij e interpreta Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene.

Il primo 45 giri
Rino nel frattempo si è diplomato in ragioneria. Per via dei problemi economici della famiglia, il padre cerca di indirizzarlo verso una carriera sicura e ben retribuita e gli trova un posto di lavoro in banca. Ma i progetti di Rino sono decisamente diversi e così riesce a trovare un compromesso con la famiglia: gli viene concesso un ultimo anno per provare a sfondare nel mondo della musica, in caso di esito negativo dovrà rassegnarsi a lavorare in banca. Nel 1972 si iscrive alla SIAE e conosce Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It. Quello stesso anno incide un primo 45 giri con l'etichetta discografica milanese Produttori Associati, contenente i brani Jacqueline e La ballata di Renzo, ma il disco non verrà mai stampato.
Nel 1973 finalmente Rino riesce ad incidere il primo 45 giri con la It, I love you Maryanna/Jacqueline, prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali dei cognomi di Aurelio Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari). Il cantautore tuttavia decide di firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri's, un omaggio ad un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la scelta di utilizzare uno pseudonimo era un segno della timidezza e dell'insicurezza di Gaetano. Rino era dubbioso soprattutto riguardo alle sue abilità canore e quindi all'opportunità di cantare i propri brani. Era sicuramente stonato (basti pensare che ai tempi delle medie, a Narni, fu escluso dal coro del Seminario) ma è stato proprio il suo modo di cantare naturale e "sporco" a conferire una tale intensità ai suoi brani. Lo stesso Micocci ricorda:
« Si considerava un autore, non un cantante. Era convinto di non avere una bella voce, tanto che dopo l'uscita di I Love You Maryanna, quando fu l'ora di incidere il primo album, venne a dirmi che sarebbe stato meglio far cantare le sue canzoni a un amico. Io, naturalmente, mi misi a ridere e lo mandai in studio. »
Il 45 giri presenta testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e dal nonsense, Rino vuole in questo modo dissacrare il mondo cantautoriale impegnato Sulla figura di Maryanna, destinataria dell'amore di Rino, si sono fatte molte ipotesi. La più accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore, Anna Gaetano, è che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il brano allude provocatoriamente alla marijuana o ad un altro personaggio salgariano, Lady Marianna.

I primi successi
Il 1974 è un anno molto importante per Rino: scrive i testi del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, ed incontra Bruno Franceschelli, con il quale nascerà una grande amicizia. Ecco come Bruno ricorda l'incontro:
« Erano gli inizi degli anni Settanta, quando in un bar a Montesacro, il nostro quartiere, io e Rino ci incontrammo per la prima volta. In quel bar io «giocavo a dama» mentre Rino «beveva birra chiara in lattina», quel bar si chiamava il Barone. Potrei definire quell'incontro come il ritrovarsi di due che si cercano da tempo. »
Rino descrive efficacemente l'atmosfera di quel bar nel brano Tu, forse non essenzialmente tu (chiari i riferimenti di Bruno al testo della canzone). Al momento dell'incisione del disco, però, il cantautore è perplesso: non se la sente e prova a proporre un altro cantante. Micocci però non vorrà saperne e costringerà Rino a cantare i propri pezzi.
La copertina dell'album ritrae Rino sfocatamente mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo ironizza sull'entrata del cantante calabrese nel mondo della musica. Il disco non riscuote un grande successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale avrà maggior fortuna, catturando soprattutto l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inseriscono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento.[4] Rispetto al primo 45 giri, le canzoni mostrano un maggiore impegno sociale ed abbracciano temi quali l'emarginazione e l'alienazione industriale.
Rino, nello stesso anno, tramite la RCA, scrive tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore così grande e Ad esempio a me piace... il Sud, incluse nell'album Ti fa bella l'amore. Nessuna delle tre canzoni avrà gran fortuna La canzone Ad esempio a me piace... il Sud partecipa quell'anno a Canzonissima ma viene subito eliminata, invece la versione spagnola Por ejemplo ottiene un grande successo in America Latina.
Il successo arriva l'anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Si tratta in realtà di un 45 giri atipico perché contiene una sola canzone divisa in due parti. Rino in questa originalissima canzone propone diversi spaccati di vita quotidiana, fra ironia, luoghi comuni e contraddizioni. Nel settembre del 1975 il cantautore spiegherà in un articolo di Ciao 2001:
« Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d'oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l'aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi «vive in baracca». »
Questo brano segna il primo grande successo di Rino ma la popolarità del cantante è ancora molto limitata. Nello stesso articolo di Ciao 2001, infatti, si può leggere:
« Questa è una canzone che molta gente canticchia o fischietta pur non conoscendone l'autore. »
Rino si esibisce sempre più nei concerti dal vivo, facendo soprattutto da apripista a Venditti e altri cantanti già affermati. Quello stesso anno inoltre scrive insieme a Bruno Franceschelli Ad esempio a me piace..., una commedia in due tempi, una sorta di mix tra musica e teatro. A tal proposito Rino dichiarerà in un'intervista dell'epoca:
« Nei prossimi mesi usciranno un 45 giri intitolato Berta filava e un LP dal titolo Mio fratello è figlio unico. Ma prima ho un altro impegno importante: farò coppia in teatro con il mio amico Bruno Franceschelli, riproponendo, sulle scene, il solito problema dell'incomunicabilità, dell'isolamento e dell'esclusione. »
Questa rappresentazione tuttavia, a causa di vari problemi, non andrà mai in scena.

Mio fratello è figlio unico e Aida
Gli scritti di Rino

Il libro Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite riporta testi inediti e racconti scritti da Rino Gaetano. Nel libro sono stati raccolti i testi di canzoni autografe e inedite scritte dopo il 1967. Alcune di queste canzoni sono dedicate a personaggi storici o del mondo della musica: Louis Armstrong, John Fitzgerald Kennedy, Martin Luther King e Mao Tse-tung. Altre invece rappresentano le prime versioni di alcuni dei suoi grandi successi. Vengono riportati anche tre racconti (la famiglia Cazzarella, Traffico e Via Cimone, Amore e glorie di una via a senso unico) realizzati dopo il 1967 e un poemetto lirico "E l'uomo volò", composto nel 1964. Infine I discorsi della paranoia normale sono una raccolta di testi pubblicati a corredo degli LP o estrapolati da bizzarre interviste dell'epoca.
Nel 1976 Rino incide il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cerca di catturare l'attenzione dell'ascoltatore e propone argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l'emarginazione, i temi portanti dell'album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l'utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Rino riesce ad ottenere un album più complesso e maturo del precedente In una recensione pubblicata da Ciao 2001 poco dopo l'uscita dell'album si legge:
« Da qualche giorno è in circolazione il suo secondo [album] Mio fratello è figlio unico, già largamente programmato dalle stazioni radio e decisamente più maturo e personale del precedente. Rino è una figura atipica: la difficoltà di trovare modelli cui avvicinarlo, correnti in cui inserirlo, è il miglior complimento che gli si possa fare. Le musiche, fatte di pochi accordi, sono costruite intelligentemente e tutto sommato gradevoli. La voce è aggressiva, grintosa, volutamente grezza: le parole divertenti, con poche allegorie, immagini veloci, fotografiche. »
(Enzo Caffarelli)
Qualche mese dopo l'uscita dell'album, la It organizza una tournée con i Perigeo, Rino nell'occasione canta e suona la chitarra. Questa scelta della casa discografica però non convincerà né il pubblico né la critica. In quello stesso anno Rino cede una canzone inedita, Sandro trasportando a Carmelita Gadaleta, un'altra cantante della It.
L'anno successivo Rino elabora e incide il suo terzo album, Aida. La scelta del nome si rifà sicuramente all'opera di Giuseppe Verdi, ma per il cantante, Aida rappresenta l'incarnazione di tutte le donne e dell'Italia stessa. Tramite la figura di Aida, Rino effettua una ricerca storica e ripercorre alcuni momenti della storia italiana con un sguardo del tutto originale, quasi fotografico Ad agosto, la rivista Ciao 2001 descrive l'album come il «frutto di un piacevole incontro fra testi estemporanei, felici anche se un po' amari, e musichetta piacevole, poco invadente, fatta apposta per sottolineare dei momenti particolari».
Nello stesso anno, il cantante viene affiancato in tournée dai Crash, una band emergente. Per questa band Rino produce l'album Exstasis e scrive il brano Marziani noi. Con l'aumento della popolarità, arrivano anche le prime apparizioni televisive per il cantante crotonese: sempre nel '77, infatti, presenterà il suo brano Spendi spandi effendi a Domenica in, a quel tempo condotta da Corrado. In quest'occasione sarà costretto a tagliare la parola «coglione» dal testo della canzone. Il 19 agosto viene invitato in trasmissione da Gino Paoli che lo introduce così:
« Vorrei presentarvi un amico che è venuto a trovarmi e che mi diverte. Mi diverte perché è l'erede di un certo tipo di nonsense, di marinetterie, del surrealismo più antico. Si chiama Rino Gaetano. »
In quell'occasione Rino entra in scena in tenuta coloniale con il cappello da safari, il vestito color kaki, la pistola e il tubo di una pompa di benzina. Quello di vestirsi in maniera pittoresca nelle apparizioni televisive diventerà uno dei suoi marchi di fabbrica:
« Ricordo tutto. I sanremi, il cilindro e la maglietta a righe, il cappello da esploratore. Io amo i cappelli e forse è colpa sua. »
(Jovanotti)

La partecipazione al Festival
L'idea di portare Rino al Festival parte da Vittorio Salvetti, inventore del Festivalbar e da Ennio Melis, direttore artistico della RCA. Rino all'inizio è scettico, tuttavia le pressioni da parte della RCA e la convinzione che si tratti di un'occasione da non perdere, lo portano pian piano a cambiare idea. Quando la voce inizia a diffondersi, fan e amici non la prendono certo bene: in quegli anni, per un cantautore, la partecipazione a Sanremo equivaleva a una sorta di tradimento. In molti lo chiamano e gli chiedono di ripensarci, c'è chi minaccia di non volerlo più frequentare. Rino comunque alla fine si convince e decide di partecipare. La sua proposta è quella di portare Nuntereggae più, canzone tratta dal nuovo album. La RCA però considera la canzone poco adatta al Festival per via del lungo elenco di nomi di personaggi noti e quasi lo obbliga a presentare Gianna, una canzone più disimpegnata ed orecchiabile. Rino non apprezza molto questa canzone, la giudica troppo commerciale e troppo simile a Berta filava, ma alla fine la casa discografica riesce ad avere la meglio.
Il 26 gennaio 1978 inizia il 28º Festival della Canzone Italiana e Rino fa il suo ingresso sul palco, con una tuba nera (regalatagli da Renato Zero pochi giorni prima), un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica Mecap. Sul bavero del frac porta appuntata una colossale quantità di medagliette, che in parte consegnerà al direttore d'orchestra, in parte lancerà al pubblico nel corso dell'esibizione. A completare il quadro, Rino suona un buffo ukulele.
Con l'esecuzione di Gianna, per la prima volta a Sanremo viene pronunciata la parola "sesso", presente nel testo della canzone. Ad accompagnarlo vi sono i Pandemonium, che fanno il loro inaspettato ingresso sul palco verso la fine della performance per cantare il coro finale della canzone, a mo' di sketch umoristico. Rino descriverà così la sua esibizione sul palco dell'Ariston:
« Ma il festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un po' alla Carmelo Bene. »
Bruno Franceschelli ricorda così l'evento:
« L'esibizione a Sanremo, dal mio punto di vista, è stata una dimostrazione del suo talento d'artista, ha portato un'aria nuova, allegra e dissacrante, ha dimostrato ancora una volta il suo spirito libero, libero di ridere e scherzare anche sul «sacro suolo» di Sanremo. »
La prima esibizione di Rino, così come quelle seguenti, raccoglie un gran consenso da parte della critica e del pubblico. Alla fine il brano si classifica terzo, dietro E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un'emozione da poco di Anna Oxa. Dopo il Festival si diffonde la voce di un presunto flirt tra il cantautore e Stefania Casini, presentatrice di quell'edizione di Sanremo. Intanto Gianna, grazie soprattutto al trampolino di Sanremo, ottiene un grande successo, diventa una hit nelle discoteche della Riviera e rimane per 14 settimane nella Top Ten, vendendo oltre 600 000 copie. La versione inglese Gina non sarà mai pubblicata, mentre la versione tedesca viene cantata da Wolfgang Petry. Dopo la partecipazione al Festival, la carriera antecedente di Rino viene quasi oscurata dal successo di Gianna: per gran parte del pubblico infatti Rino diventa «quello di Gianna», molti dei suoi fan "storici" invece vedono la canzone e la partecipazione a Sanremo come una caduta di stile. Un'opinione controcorrente, invece, arriva da Ciao 2001:
« [...] (è) la constatazione della coerenza di Rino che, dai primi anni della sua attività ad oggi, ha cercato di cambiare soltanto la sua posizione nelle graduatorie delle preferenze del pubblico: il suo atteggiamento nei confronti della canzone e verso i temi che essa tratta è identico »
Rino, in ogni caso, rimane spiazzato dalle conseguenze della sua partecipazione al Festival, tanto da pentirsi di questa sua scelta:
« Sanremo non significa niente e non a caso ho partecipato con Gianna che non significa niente. »

Nuntereggae più e le polemiche
Nello stesso anno Rino conduce su Radio uno un programma radiofonico, intitolato Canzone d'Autore. Nel corso della trasmissione, musicisti emergenti vengono invitati a commentare un proprio brano musicale. La sigla del programma è "E cantava le canzoni", tratta dal quarto album del cantante.
Dallo stesso album viene tratta Nuntereggae più, una delle canzoni più famose e discusse, per via dei numerosi riferimenti politici e del lungo elenco di nomi presente nel testo. Rino però è di tutt'altra opinione e a tal proposito dichiara: «Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, per me "Nuntereggae più" è la canzone più leggera che ho mai fatto».
Alcune strofe della canzone si presentano come vere e proprie liste di nomi dei personaggi che a quel tempo "invadevano" le radio, le televisioni e i giornali e per questo motivo Nuntereggae più fa molto discutere. In fase di registrazione, inoltre, i toni della canzone vengono ammorbiditi e alcuni dei nomi inseriti nella prima versione vengono eliminati o sostituiti. Ad esempio, nella versione iniziale, scritta prima del rapimento, appariva anche il nome di Aldo Moro. Inutile dire che, a causa degli eventi successivi, il nome venne poi eliminato dal testo della canzone, in modo da evitare facili polemiche. Ma non si tratta certo dell'unico caso, vengono cancellati anche i nomi di Montanelli, Banfi, Sinatra, Sindona (crac del Banco Ambrosiano) e Crociani (scandalo Lockheed e loggia P2). Inoltre, la frase «PCI nuntereggae più» e l'associazione di questo partito ad altri partiti della maggioranza, provoca non poche polemiche. Vincenzo Mollica ricorda:
« C'è la canzone Nuntereggae più che è una canzone di grande divertimento anche, però aveva il coraggio delle sue azioni, non si tirava mai indietro: nomi e cognomi per tutti e nei tempi in cui fare nome e cognome per tutti era molto difficile. »
In quell'anno Rino partecipa a una tournée e ad alcune manifestazioni serali, la più famosa di queste è sicuramente Discomare '78 e precisamente la serata finale svoltasi nella Valle dei Templi di Agrigento il 23 agosto 1978. Il cantante avrebbe dovuto cantare Nuntereggae più, ma la Rai prova a impedirglielo e Rino per protesta lascia la manifestazione.
In un'altra occasione viene invitato ad Acquario, un programma televisivo dell'epoca. Maurizio Costanzo, il conduttore, e Susanna Agnelli, l'ospite della puntata, sono due dei personaggi citati nella canzone Nuntereggae più, eseguita poi dal cantautore nel corso del programma. Anche in quest'occasione Rino si presenta con un cilindro in testa e Costanzo lo presenta come un "autore di canzoncine ironiche, scherzose e scanzonate, che, vista la sua passione di fare elenchi, si dedicherà presto a mettere in musica forse le Pagine Gialle". L'Agnelli dice invece di apprezzare Nuntereggae più e confida che i suoi figli a casa la prendono spesso in giro per via di questa canzone. A ottobre Rino va a Madrid per incidere la versione spagnola del 45 giri Nuntereggae più. Il titolo scelto è Corta el rollo ya (Dagli un taglio) e il cantante riadatta il testo inserendo personaggi spagnoli della politica e dello spettacolo come Carrillo, Pirri e Susanna Estrada. Il disco uscirà in primavera ed otterrà un discreto successo.

Il declino
La partecipazione a Sanremo ha segnato decisamente un punto di svolta nella carriera e nella vita del cantautore, nulla sarebbe più stato come prima:
« Gaetano era una supernova. Ha brillato tre anni, dal '76 di Mio fratello è figlio unico al '78 di Nuntereggae più. Il successo sanremese di Gianna lo spiazzò, non ebbe il tempo di venirne a capo. »
(Andrea Scanzi)
Il quinto album, Resta vile maschio, dove vai?, il primo con la RCA, mostra un'evidente crisi compositiva ed artistica del cantante. In Rino qualcosa è evidentemente cambiato, come si evince già dalla copertina dell'album: più professionale e commerciale, ma sicuramente meno spontanea. Inoltre il 33 giri contiene la prima ed unica canzone di tutta la sua discografia non scritta da lui. La title track dell'album viene scritta infatti da Mogol, dopo un incontro al Cenacolo con il cantautore. Il 23 febbraio 1979 Rino si imbarca su un volo intercontinentale, destinazione Città del Messico, qui inciderà il suo nuovo album. Nonostante la promozione da parte della RCA, il 33 giri non ottiene il successo sperato e non supera le 200mila copie vendute. Rino sembra sprofondare sempre più nell'insicurezza e attribuisce lo scarso successo dell'album alla scelta di sperimentare sonorità latinoamericane. Quel che appare evidente è invece soprattutto una mancanza d'ispirazione da parte del cantautore.
Le sue esibizioni sono notevolmente cambiate rispetto ai primi tempi, ha un seguito decisamente maggiore e la scenografia adesso è studiata nei minimi dettagli. Rino prende parte prima al Festivalbar e poi, in ottobre, partecipa al Discoestate a Rieti. In quest'occasione si rende protagonista di una protesta, non accetta il fatto di dover cantare in playback e quando arriva il suo turno, invece di far finta di cantare, decide di fare l'indifferente e fumarsi una sigaretta. In questo periodo inoltre Rino compra una casa a Mentana, vicino a Roma, probabilmente in vista del matrimonio con la sua ragazza Amelia.
Sempre nel 1979, durante un concerto sulla spiaggia di Capocotta (non a caso citata anche nel testo della canzone), prima di cantare Nuntereggae più, Rino si sfoga dicendo:
« C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. »
Nel 1980 Rino incide il suo sesto ed ultimo album, E io ci sto. Questo 33 giri propone nuove sonorità, ciò che colpisce maggiormente del disco è il tono più serio delle canzoni, l'impegno civile dimostrato dal cantautore e l'utilizzo del rock. Nonostante le vendite inferiori rispetto al solito, Rino si dichiara soddisfatto per via del messaggio duro e preciso trasmesso dall'album e per via del diverso tipo di attenzione richiesto al pubblico. Nel febbraio del 1981 Ciao 2001 scriverà:
« In questo disco Rino Gaetano torna ad occuparsi del volto più palese dell'Italia senza mai piangerci sopra (e questo è senz'altro l'aspetto più positivo) e sparando un'infinità di cartucce, la maggior parte delle quali non vanno però a segno. La scelta musicale non presenta alcuna novità o sorpresa: melodie di facile presa, orecchiabilità che sfiora la banalità, una voce che per quanto caratteristica riesce ad essere espressiva solo a tratti. »
Quello stesso anno partecipa su invito di Giovanni Tommaso, insieme ad Anna Oxa, Lucio Dalla e Ivan Cattaneo ad Alice, disco atipico dei Perigeo. Rino in questa occasione esegue il brano Al bar dello sport (ovvero sogghigni e sesso) insieme a Maria Monti e Confusione gran confusione, insieme a tutti gli altri artisti. A dicembre parte per l'Ecuador, dove ha in programma alcune serate.
Nel 1981 la RCA organizza una nuova tournée, presentata da Shel Shapiro: Rino si esibisce al fianco di Riccardo Cocciante e i New Perigeo. La scelta di affiancare artisti così lontani tra loro non convince pienamente né Rino, né tanto meno la critica. La serata d'apertura è al Teatro Tenda di Roma e Rino appare cupo e serio nel corso dell'esibizione, il padre infatti è ricoverato in terapia intensiva da qualche giorno. Dalla tournée nascerà un album live, Q Concert. Il disco contiene quattro brani tra cui Insieme, scritto per l'occasione da Rino e A mano a mano, una canzone di Cocciante interpretata splendidamente dal cantante crotonese.

Una strana morte
Il 31 maggio Rino fa la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto. In quei giorni incide alcune canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio Battisti.
La carriera e la vita di Rino Gaetano si interrompono tragicamente il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale.Già l'8 gennaio un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Rino contro il guardrail: il cantante rimase incredibilmente illeso mentre la sua auto venne completamente distrutta. Rino aveva deciso poi di acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato. Quel 2 giugno, verso le tre di notte, dopo una serata passata nei locali, Rino sta tornando a casa, da solo, a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre percorre via Nomentana, a livello dell'incrocio di via Carlo Fea, cade con la testa sul volante e la macchina invade la corsia opposta. Il camionista che sopraggiunge nell'altro senso prova a suonare il clacson, ma l'urto è inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vengono distrutti, Rino batte violentemente la testa contro il vetro e il petto sul volante e perde conoscenza. L'autopsia rivelerà un possibile collasso prima dell'incidente mentre il camionista racconterà di aver visto Rino accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi qualche attimo prima dell'impatto.
Arrivano i soccorsi, Rino è in coma e quando arriva al Policlinico riporta una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura molare destra e una sospetta frattura allo sterno. Tuttavia il Policlinico non ha un reparto per i craniolesi e il medico di turno, il dottor Novelli tenta invano di contattare un altro ospedale dotato di reparto di traumatologia cranica. Vengono contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riesce a trovare un posto disponibile. Così, Rino alle sei del mattino muore. Vi saranno molte polemiche per via del mancato ricovero e verrà aperta anche un'inchiesta.
Il 4 giugno si tengono i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Rino si sarebbe dovuto sposare da lì a poco. Alle esequie partecipano parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente viene sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre viene trasferito al cimitero del Verano, dove la sua salma si trova tuttora.
Drammaticamente profetiche risultano le parole di La ballata di Renzo, una canzone scritta da Rino più di dieci anni prima della morte. Questo brano e ancor di più la sua versione iniziale, Quando Renzo morì io ero al bar (presente in uno dei quaderni in cui Rino raccoglieva le sue canzoni da adolescente), narrano la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze molto simili a quelle del cantautore:
« La strada era buia, s'andò al S. Camillo
e lì non l'accettarono forse per l'orario,
si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero. »
(da Quando Renzo morì io ero al bar - Rino Gaetano)
Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar. Nella canzone vengono addirittura citati tre degli ospedali che rifiuteranno Rino il 2 giugno 1981 per mancanza di letti: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo. Il 27 novembre 2007 Carlo Lucarelli parla della morte di Rino in DeeGiallo, un breve programma radiofonico in onda su radio DeeJay, nel quale lo scrittore ricostruisce in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti legati al mondo della musica.

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