UMBRIA - CANTI POPOLARI/FOLK

Il canto rappresenta l’espressione interpretativa più genuina, più schietta, più limpida dell’anima popolare, del sentimento, della intelligenza di tutta quella gente, che, nei limiti (e nella ricchezza al contempo) della propria cultura, trova spesso se non sempre un’abbondante quantità di immagini e di figure per esporre le proprie emozioni e i propri affetti.

Le fiere di paese rappresentavano importanti occasioni di trasmissione dei canti popolari e di circolazione di testi.

La circolarità dei materiali ‘popolari’ fu legata sia al contatto tra lavoratori provenienti da aree diverse (migrazioni stagionali e quant’altro) sia a contatti collegati ad esperienze militari, come il servizio di leva e le guerre (la guerra di trincea della I Guerra Mondiale ne è un esempio emblematico), sia alla diffusione dei fogli volanti, in occasione di feste, fiere e incontri di varia natura, sulla scia di quanto raccontato dai vecchi ‘cantastorie’.

L’osteria era spesso il luogo privilegiato dell’incontro e dell’esibizione, ma, allo stesso tempo, era luogo e momento di trasmissione, nonché rinnovamento, adattamento, del repertorio tradizionale, nel quale potevano inserirsi anche temi sociali, legati non solo al lavoro ma pure alle condizioni di vita, alla necessità di una società più giusta e democratica, e così via.
A dire che i testi potevano subire variazioni e modifiche sia in relazione all’ambiente sociale che alle nuove esigenze e sensibilità prodotte e vissute nei mutati contesti storici e culturali.

Il rinnovamento nelle forme musicali del patrimonio umbro, si unisce e intreccia con la rigorosa riproposta e i significati interni dei vari cicli rituali dell'anno agricolo.
Sono presenti, in una alternanza di proposta/riproposta, i canti appartenenti alle occasioni e rituali dell’intero ciclo dell’anno con particolare riferimento al rinnovamento della primavera, al Maggio e alla Settimana Santa.
Allo stesso modo viene presentato il variegato corpus degli "stornelli" tradizionali di mietitura, "spannocchiatura", e quelli dedicati ai momenti di svago, attraverso i differenti modi espressivi tradizionali e rielaborati.
Una ricca panoramica tra le molte forme polivocali tradizionali (vatocchi, canti alla mietitora).
Un concerto di musica umbra all’insegna di una riproposta che evidenzia le particolari prassi esecutive vocali e strumentali tradizionali senza l’ausilio di amplificazione, restituendo il contatto vero con le infinite sfumature della voce e delle tecniche esecutive, e il colore timbrico particolare degli strumenti acustici.