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Messaggio  admin_italiacanora Gio Giu 24, 2010 10:33 pm

LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Ligabue3
 
 
LIGA LA BIOGRAFIA
 
RECENSIONE
 
Massimo Poggini, che lo ha seguito fin dagli esordi, offre la prima biografia completa di Luciano Ligabue. In queste pagine Poggini risale alle origini, a Correggio, al graduale approccio del Liga alla musica con i gruppi locali, ai concerti per le feste di paese, alla benedizione del mentore Pierangelo Bertoli, per poi passare ai "botti" come "Balliamo sul mondo" o "Urlando contro il cielo" che quasi trent'anni dopo abbiamo ancora nell'orecchio.

Le tappe successive segnano un'ormai inarrestabile ascesa creativa, da "Buon compleanno Elvis", omaggio a ciò che di buono arriva dall'America, al riuscito esperimento letterario di "Fuori e dentro il borgo" e cinematografico di "Radiofreccia", ai numerosi successi degli ultimi anni quali "Giro d'Italia" e "Nome e cognome". "Liga.

La biografia" è la storia di un importante protagonista della musica contemporanea italiana, impegnato anche nel sociale, sensibile agli stimoli di diverse arti, capace non a caso di attirare ed entusiasmare folle oceaniche come è successo negli ultimi anni a Campovolo e per ben sei volte a San Siro.

Completano il volume due ricchi inserti fotografici con materiale raro e alcune vere chicche, recuperate direttamente dall'autore negli archivi del fan club a Correggio.
 
 
Editore: Rizzoli
Pubblicato: 05/2009
Autore: Poggini Massimo
Num. pag. 360
 
Link x l'acquisto: LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Ibs


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Messaggio  admin_italiacanora Sab Lug 24, 2010 11:05 am

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ANGELO BRANDUARDI - CERCANDO L'ORO
 
RECENSIONE
 
Figura più unica che rara nel panorama artistico italiano, Angelo Branduardi è sicuramente uno dei nostri cantautori più rivoluzionari quanto a suono e poetica.
Ha aderito e allo stesso tempo rifuggito le epoche oriche in cui ha esercitato la sua arte. Accusato di perseguire la strada dell'irrazionalità, rifiutando il realismo militante, è invece sempre stato in prima linea nelle iniziative sociali. Capace, in più, di sopravvivere al passaggio da duecentomila spettatori, con "Cogli la prima mela", a dodici, con "Il ladro".
"Cercando l'oro" ne ripercorre l'intera storia, dagli esordi come spalla di Lou Reed ai milioni di dischi venduti con "Alla fiera dell'est" e "La pulce d'acqua", dalle aule di conservatorio alla scoperta dei Beatles, dall'infanzia trascorsa nei caruggi di Genova ai faraonici tour europei, scandagliando i testi delle canzoni attraverso i suoi stessi commenti, sempre appassionati, schietti e ironici.
 
Fonte: QUI
 
Angelo Branduardi è stato ospite di Fazio a "Che tempo che fa".
Sorpresa: oltre che del quasi nuovo "Senza spina" e dell'imminente Futuro antico VII, Angelo ha presentato il libro "Cercando l'oro" di Roberto Tardito, dedicato alla sua lunghissima carriera e ai suoi 60 anni, che compirà il 12 febbraio.
Per chi se lo fosse perso, si può vedere sul poadcast di rai2, cliccando sull'immagine RAI-TV:
 
LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Logo_raitv - Fonte: QUI
 
 
Editore: Arcana
Pubblicato: 2010
Autore: Tardito Roberto
Num. pag. 288, illustrato, rilegato
 
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Messaggio  admin_italiacanora Mer Set 01, 2010 10:47 pm

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TI VIVRO' ACCANTO. La favola infinita di Renato Zero
 
RECENSIONE
 
È semplicemente l'anno di Renato Zero, nell'editoria italiana: allo studio pieno di stile e di personalità di Tommaso Labranca (“Da zero a zero”, Arcana 2009) si affianca adesso “Ti vivrò accanto” di Massimo Del Papa, storica firma del Mucchio, analisi metodica e organica (album per album, canzone per canzone) dell'opera dell'artista capitolino. Siamo dalle parti di quei libri che i fan giudicheranno monumentali e necessari: io mi trovo esattamente nella condizione di qualche mese fa, ascoltatore generico di Zero, qualche disco sugli scaffali, parecchi ricordi.
315 pagine dedicate a un cantante che non ha mai spopolato nella mia classifica personale sono probabilmente troppe: non so quanto faccio testo, come lettore. So che ho apprezzato lo stile di Massimo Del Papa, il suo approccio deciso e diretto, il suo racconto di un percorso artistico minato, nel saggio, dalla struttura stessa, inevitabilmente ripetitiva (cfr. osservazioni sulla collana “Testi” di Arcana) e a volte limitante. Ripeto: dipende da cosa state cercando. I libri dedicati alla musica pop si rivolgono sempre a una platea di aficionado e di ossessi: dovrebbero essere loro, e loro soltanto, a scriverne.

Quanto all'extra-Zero, vale la pena di sottolineare quanto Del Papa sia critico verso Bowie (“L'accusa, facile e provinciale, di copiare dal glamour d'oltreoceano (Bowie su tutti) andrebbe casomai ribaltata” - spara (p. 40). “Zero, attenzione, non sceglie mai l'escamotage teatralmente elementare di inventare personaggi, di cui magari rimanere schiavo: lui inventa identità, ma restando sempre fedele a sé stesso.
Se alienazione c'è, è tutta interna, figlia delle proprie contraddizioni. Non di visioni più o meno indotte”. Non è finita: non basta aver rimarcato le distanze da un modello possibile (cfr. anche Labranca), perché Del Papa sente il bisogno di dichiarare che Bowie è un “emaciato Zarathrustra dal talento più sopravvalutato che reale” (p. 40).
Mi sembra – onestamente – una valutazione abbastanza incosciente. Più interessante, invece, l'invito a calibrare una comparazione tra Zero e Gabriel nei primi Genesis (p. 29) o Petrolini (p. 47).

Del Papa tende a mostrare molta comprensione nei confronti delle contraddizioni di Zero: prende atto del suo anti-berlusconismo e prende nota della sua presenza alla festa di Mediaset; prende atto di certa matura e meno estrosa borghesia e prende nota di qualche battuta per glissare sull'argomento; prende atto di qualche errore negli album, ma cerca sempre di salvare il salvabile.
Non è un'agiografia, ma siamo da quelle parti. È uno studio nato per la gioia dei sorcini, e se i sorcini si riconosceranno completamente nel testo allora vorrà dire che avrà avuto senso.

“Più di qualcuno mi ha sempre spinto con le spalle al muro; e questo, da quando esisto. Siamo troppo orfani, noi artisti, in questo Paese: se sbagliamo, ci lasciano soli con i nostri errori, senza poter chiedere conforto a nessuno” (Renato Zero; cfr. Del Papa, p. 179). Ecco, è giunta la parola di conforto.

**

Qualche osservazione ulteriore. Notevoli diversi passi aneddotici: mi riferisco almeno a quelli dedicati a Ciampi (p. 186), sostenuto durante le sue crisi etiliche da Renato Zero, a Claudio Villa (p. 188), omaggiato a dispetto della famosa battuta uno-zero, a Rino Gaetano (p. 107), rivale e antagonista trattato con rispetto e ammirazione (cilindro dono proprio di RZ); alle vicende discografiche, in generale, e alla questione di Fonopoli (e del centro di recupero per tossicodipendenti, nobile e generoso atto dell'artista Zero).
Del Papa tende a ribadire la natura anarchica in scena e conservatrice nella vita privata di un ex giovanotto di estrazione piccolo borghese e orgogliosamente borgatara, impolitico ma capace di prendere posizione sia nei riguardi dei bombardamenti americani, sia dell'aborto (non favorevole: p. 35); convinto della necessità di spogliarsi delle maschere e di indossarle per gioco (buone le pagine sul travestitismo), assertore di un pacifismo senza se e senza ma (p. 31 e avanti), artista che non vende dischi ma magia, sentimento e purezza: scrivendo spesso per la sua gente, fedelissima, e fronteggiando con non poco divertimento le critiche. Zero fa denuncia sociale, al limite, mai politica.
Niente pugni chiusi paraculi, niente braccia tese: semmai braccia aperte nel gesto dell'abbraccio. E se il pubblico non è pronto, ci pensa lui a prepararlo (p. 25).

**

Cosa rimane da fare, a questo punto, dopo aver interiorizzato due saggi in due mesi dedicati a Renato Zero, icona della romanità e del secondo Novecento? Ascoltare la sua musica, chiudere i libri e tornare a consultarli tra – diciamo – quarant'anni, quando tante cose ci avranno voltato le spalle e di questa Roma nostra che abbiamo abitato senza accorgerci di quanto grandi erano certi concittadini potremmo trarre un bilancio e un giudizio diverso, non romantico né confezionato per un pubblico adorante; non più cauto nei confronti degli errori e dei guasti, e non più penalizzato dalla consapevolezza del provincialismo di certa nostra cultura.
Allora, ne sono convinto, Renato Zero diventerà una maschera della nostra epoca, e vanterà schiere di imitatori. Perché non è stato mai un epigono: è stato mille anime diverse, e uno spirito unico; l'espressione del territorio, e non del marketing. Una grande e forte personalità, non un'eco. Come David Bowie: senza essere Bowie.
 
Fonte: [/url]QUI
 
 
Editore: Meridiano Zero (collana Mappe musicali)
Pubblicato: 2009
Autore: Del Papa Massimo
Num. pag. 315
 
 
 
da:


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Messaggio  admin_italiacanora Sab Dic 04, 2010 5:56 pm

LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Lucio-Battisti-Intervista-Renato-Marengo
 
 
LUCIO BATTISTI: la vera storia dell'intervista esclusiva
 
RECENSIONE
 
Parlare di Battisti è un po’ come parlare di una parte della storia della musica italiana. E chi ha approfondito anche solo marginalmente la vita del cantante di Poggio Bustone, sa bene che i suoi rapporti con la stampa erano tutt’altro che felici. Non per motivi bellicosi. Nessun litigio o quant’altro. Semplicemente, Battisti, i giornalisti e le interviste non li amava più di tanto.

Molti sono i libri pubblicati su di lui, che ne ripercorrono la vita fra successi, problemi e riflessioni. E sebbene tutti abbiano sfumature differenti, nella maggior parte di essi viene sempre citata un’intervista. Quella additata come “l’intervista” a Battisti. Questo perché, oltre ad essa, ad un breve incontro sulla televisione svizzera e ad alcune domande a cui rispose in radio, non vi sono altre dichiarazioni rilasciate al mondo della stampa.

Ed ecco, però, finalmente diradarsi le ombre. Con il libro Lucio Battisti: la vera storia dell’intervista esclusiva, Renato Marengo riporta alla luce la storia di quella intervista. Inserendo nel volume tutti quei momenti, i retroscena e le curiosità fino ad ora sconosciute. Fu lo stesso giornalista e produttore musicale che nel 1974 incontrò Battisti, passando con lui ben cinque giorni al Mulino. Luogo che tutti ricordano come la sede della Numero 1, e cioè degli studi discografici in cui Battisti, proprio in quei giorni, stava registrando il disco: Anima latina.

Fra quelle dichiarazione di Battisti, c’è anche una nota esplicativa sul suo non voler dialogare con la stampa. “Un musicista, se la propria musica comunica ed emoziona realmente, non ha nulla da spiegare e null’altro da aggiungere a quello che si ascolta nei suoi LP ».

L’intervista di Marengo a Battisti venne poi pubblicata dal settimanale Ciao 2001, un punto di riferimento musicale negli anni ’70. Ora, a quasi 40 anni da quella pubblicazione, ecco in versione inedita la vera storia di quell’intervista esclusiva. Con dichiarazioni inedite e commenti di chi, a quell’incontro, assitì in prima persona; come: Toni Esposito, Claudio Pascoli, Cesare Montalbetti, Claudio Bonivento, Dario Salvatori e Alberto Radius.

Ad arricchire il libro troviamo i commenti e le sensazioni provate in prima persona da Renato Marengo, un grande esperto musicale, nonché giornalista, scrittore, autore radiofonico e televisivo. Lui stesso afferma: “L’anima gli stava diventando latina ed io ero lì con lui proprio mentre questo avveniva e la cosa mi stupiva e mi coinvolgeva”.

In più, il volume è introdotto da un saggio di uno dei più grandi studiosi di Battisti: Gianfranco Salvatore. Il musicologo, nel prologo, analizza dettagliatamente proprio i brani di Anima latina, portando il lettore a comprendere quel disco che rappresentò un punto focale nella vita dell’artista e della musica italiana.
 
Fonte: qui
 
 
Editore: Coniglio Editore (collana Soundcheck)
Pubblicato: 2010
Autore: Marengo Renato
Num. pag. 174, ill., brossura
 
 
E concludiamo con un video decisamente interessante e divertente.
Un dialogo fra Battisti e alcuni ospiti della trasmisisone Speciale per voi del ‘69. Guardatela, merita davvero di esser vista:

 
 
da:


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Messaggio  admin_italiacanora Gio Feb 10, 2011 10:04 pm

 
 
CLAUDIO BAGLIONI: l'incantautore

RECENSIONE
 
“Claudio Baglioni l’Incantautore” a cura di Caterina Tonon per Aliberti Editore, è una splendida raccolta di frammenti di pensiero e di interviste che Baglioni ha rilasciato lungo la sua carriera.
In effetti il libro è scritto dallo stesso cantante romano, perché la Tonon ha solamente selezionato e messo insieme le parti, intervenendo direttamente nel testo unicamente per spiegare alcuni concetti chiave della carriera baglionara. Non credo esistano persone immuni al fascino della potenza ammaliatrice della sua musica.
Baglioni il cantautore dell’amore per antonomasia; è colui che ha saputo far congiungere sentimentalmente milioni di giovani grazie ai suoi versi poetici e le sue note.

Attraverso la lettura di questo libro si scopre un Baglioni insolito, profondo, con dei pensieri che sembrano dei veri e propri aforismi di un antico scrittore del passato.
Baglioni è un musicista raffinato, che ha saputo costruirsi una carriera infischiandosene delle etichette limitanti e offensive, che gli venivano continuamente appiccicate addosso.
Sono convinto che per parlare dei veri sentimenti bisogna averli vissuti. Ecco perché le sue canzoni hanno molta presa sui giovani; ma Claudio non è solamente un cantautore d’ amore ma è “l’uomo oltre”.
Nel 1990 ha pubblicato per l’appunto l’album “Oltre”; a mio parere un capolavoro assoluto sia per i testi molto ermetici, ricercati e filosofeggianti, e sia per gli arrangiamenti sofisticati. In quel doppio album vi è l’essenza più ricercata del cantautore romano che si avvale della collaborazione di artisti del calibro di Pino Daniele, Mia Martini, etc. “La signora delle ore oscure”, “Le mani e l’anima”, sono soltanto alcune delle realtà musicali contenuti in un album coraggioso e di forte impatto sociale.
In quelle canzoni vi è il preludio del suo impegno interculturale di “O’scià”.

Nella prefazione Caterina Tonon scrive: “Claudio Baglioni è un uomo in rivolta: contro una critica ingenerosa che l’ ha spesso accusato di essere fatuo e pretenzioso, contro i giochi di potere e le scelte forzate imposte dal mercato discografico, contro una società che umilia e rifiuta gli ultimi della terra”. Ho un ricordo molto forte che risale al “tour giallo elettrico” del 1996, quando Baglioni in uno scenario naturale e suggestivo come il porto di Catania riuscì ad adunare una folle oceanica; fu davvero una esperienza piuttosto unica.
Qualcuno come si legge nelle testimonianze che altre personalità famose hanno espresso su di lui, lo ha definito “un poeta mediocre anche se di classe”.
Come scrive lo stesso cantautore“ sembra che la vita, a un certo punto, ci metta di fronte a una sorta di passaggio obbligato, il cui pedaggio è la perdita dell’incanto.
Io non l’ ho mai fatto”.

In effetti Claudio Baglioni non ha mai smesso di incantarsi e di farsi travolgere dalla forza vivificante della realtà.
Non vi è migliore occasione di questo volume per comprendere appieno uno dei cantautori italiani più significati degli ultimi vent’anni.
 
Fonte: qui
 
Editore: Alberti
Pubblicato: 2008
Autore: Tonon Caterina
Num. pag. 104
 
 
Link per l'acquisto: LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Ibs


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Messaggio  admin_italiacanora Mer Apr 13, 2011 7:56 pm

LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Gianna_4
 
 
GIANNA NANNINI: Stati d'anima
 
RECENSIONE
 
'Gianna Nannini. Stati d'anima', questo il titolo del libro fotografico che ripercorre la vita dell'artista.
Dopo aver pubblicato l'album GiannaDream, che tra le altre cose sta riscuotendo un incredibile successo, Gianna Nannini pubblica un libro che ripercorre la sua vita attraverso delle fotografie.

Una sorta di album fotografico, dunque, solo che invece di tenerlo per se come si fa per le cose più care la cantante ha deciso di condividerlo con il suo pubblico che non vede l’ora di sfogliare questo volume in cui oltre alle numerose immagini è stato inserito anche un racconto che però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è stato scritto dalla cantante ma dallo scrittore Edoardo Nesi.

Nesi, in particolare, per la stesura del racconto si è ispirato alle canzoni della cantante senese, interpretandole a suo modo e cercando di far affiorare le emozioni e le sensazioni da cui sono nate, ovvero gli stati d’animo di chi le ha scritte.

Il libro si intitola “Gianna Nannini. Stati d’anima” è edito da Bompiani ed è in tutte le librerie dal 7 ottobre 2009.
Il libro è piuttosto sostanzioso visto che è composto da più di 400 pagine, ma del resto una carriera lunga e intensa come quella vissuta da Gianna Nannini non poteva essere riassunta brevemente.
Non mancano, inoltre, riflessioni personali della cantante che rendono questo libro un’opera di grande valore e che i fan di Gianna Nannini non possono assolutamente non acquistare.

La parte visiva del progetto è stata curata da Alberto Bettinetti, che ha già ideato e illustrato le copertine di molti musicisti italiani.
 
Fonte: qui
 
Editore: Bompiani - Etas - Fabbri - Sonzogno
Pubblicato: 2009
Autore: Edoardo Nesi, Gianna Nannini
 

 


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LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Empty GIANNI MORANDI: OCCHI DI RAGAZZO, CRONACHE DI VITA

Messaggio  admin_italiacanora Sab Giu 04, 2011 6:17 pm

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GIANNI MORANDI: Occhi di ragazzo. Cronache di vita, amore, cinema e canzoni d'intorno a Gianni Morandi
 
RECENSIONE
 
Gianni Morandi. O degli infiniti ritorni. Hai voglia a parlar di nostalgia e di vecchi cuori infranti: il 'ciabattino d'oro' di Monghidoro butta il cuore al di là dell'ostacolo; come Faust vende l'anima e rimane, immutato, nei decenni, a raccontare una storia italiana... Una storia a cui apparteniamo tutti.

"Nessuno si senta escluso", per citare ancora la meravigliosa canzone di Francesco De Gregori, che segnò, in qualche modo, il grande ritorno di Morandi.
Così questa biografia è soprattutto una fotografia nitida di un'Italia che in pochi anni è passata dal bianco e nero del dopoguerra ai colori sgargianti e violenti dell'oggi: in una rincorsa affannata a un'identità nazionale. Un'Italia di piccoli e grandi eroi, di piccoli e grandi scandali, di piccoli e grandi uomini che, spesso, si sono "fatti" da soli, applicando il più possibile l'italico talento del sopravvivere.
Un "album di famiglia" per ricordarci com'eravamo e, forse, capire come saremo. Gianni Morandi, dunque, come collante per raccontare un miracolo italiano, fra cronaca e storia, fra le "discese ardite e le risalite" di una nazione e di "un fenomeno sociale che meriterebbe un'attenta eco-analisi, transgenerazionale e transcanzonettaro, tanto più che le sue canzoni (dalle prime alle ultime, da quelle belle a quelle infime) appaiono tutte uguali. Tutte da cantare sguaiatamente in coro; schegge di memoria collettiva, laddove il giudizio si stempera nell'irrazionalità del sentimento".

Questa storia è quasi un "romanzo di formazione" una biografìa non solo del personaggio principale (in cui, inevitabilmente - a volte - si confonde anche quella dell'autore), ma anche di tante altre oscure comparse, che hanno reso possibile questa sorta di colossal. Un colossal a cui, per fortuna, non è stata ancora messa l'ultima parola. Il finale è aperto: a ognuno completarlo come meglio crede.
I più curiosi, o i fans più sfegatati, invece, in questo libro potranno trovare tutto su Morandi: dalle canzoni incise a quelle solo cantate dal vivo o in qualche trasmissione televisiva, dai film fatti a quelli rifiutati, dalle trasmissioni televisive a quelle radiofoniche, in un "catalogo" per la prima volta finalmente esaustivo.
 
Fonte: QUI
 
* Editore: RAI-ERI
* Data di Pubblicazione: 2002
* Autore: De Grassi Giuseppe
* Pagine: 285
* Formato: Brossura


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LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Empty ENRICO RUGGERI: CHE GIORNO SARA'

Messaggio  admin_italiacanora Lun Giu 27, 2011 10:28 pm

 
 
ENRICO RUGGERI: Che giorno sarà (il suo primo romanzo)
 
1. RECENSIONE
 
Il primo romanzo di Enrico Ruggeri, milanese che a Milano ha ambientato “CHE GIORNO SARA’”, arriva dopo qualche sacrifico e dopo otto libri già pubblicati, e parla della sua “non vita”, dell’incubo ricorrente di chi producendo un singolo di successo teme l’effetto fast-food, quello che dopo pochi attimi di notorietà ti ribalta nell’abisso dell’anonimato.
Ma come spesso si crede, la colpa questa volta non è della società, della politica, del cambiamento climatico.
E’ un semplice ma alquanto realistico demerito, o meglio mediocre talento.
E come dice l’autore, spesso la piaga sociale del voler essere bravo a tutti i costi genera cantanti poco validi ma convinti che basti insistere per poter andare avanti…

Enrico, tu sei di Porta Romana, quale è il tuo rapporto con Milano?
Ottimo! Ci ho sempre abitato non sono di quelli milanesi che un giorno scapperà, io mi sento protetto da Milano

Il tuo romanzo si chiama “Che giorno sarà”, è una domanda che ti fai spesso?
Io mi faccio la domanda abbastanza raramente,nel senso che lotto perchè ogni giorno sia quello che voglio io, e credo di essere abbastanza padrone della situazione.

Ci sono band milanesi o uscite da XFactor che ti sono rimaste particolarmente impresse?
A x factor le band purtroppo erano poche, quelle che mi interessava e che ho portato avanti sono i Kymera; a Milano c’è un bel fermento, forse più per il rap, l’hip hop, e da li uscirà molta gente interessante per il futuro.

Come è cambiata la musica a Milano , quando hai cominciato tu dove si andava?
Quando ho cominciato a fare musica io i posti non erano molti, c’erano le scuole occupate, quando c’era una scuola occupata ci andavi a suonare…Non c’era la cultura dei club, siamo negli anni ottanta, il disc jockey era più imprtante del musicista.Da questo punto di vista oggi c’è più possibilità di suonare, in genere c’è la possibilità di suonare solo le cose degli altri però, ci sono tantissime cover band, tribute band piuttosto che le band.

Che tipo di milanese è il tuo protagonista?
Il libro è quasi tutto ambientato a Milano, e il protagonista è un ragazzo che ha dei sogni, che vuole fare il cantante e in parte ci riesce,è molto contestualizzato nella città e nel locale in cui suona. Nonostante l’ambientazione risalga agli anno 60, 70, io credo che anche oggi avrebbe dei problemi,passa più tempo negli uffici che in sala prove, è convinto che per emergere ci vogliano queste conoscenze, ed in parte è vero, ma solo se alla base c’è del talento e del lavoro.

C’è qualche cosa per cui ringraziare Milano o insultarla?
No, io la ringrazio perchè è la città più europea, una finestra sull’Europa e in parte sul mondo, perchè è una città ospitale e di sicuro crea più possibilità della media delle altre città italiane.Non mi viene in mente qualche cosa di Milano che non mi piace, ultimamente un clima forse un pò violento, come del resto capita un pò in tutto il mondo.
Fonte: qui
 
 
2. INTERVISTA ALL'AUTORE
 
 
 
3. TRAMA:
 
Francesco Ronchi di successo ne ha avuto uno solo.
Quel disco, diventato ormai insopportabile alle sue stesse orecchie, quel motivetto che negli anni Ottanta ha concesso pure a lui il suo quarto d'ora di celebrità. “Che giorno sarà” è la sua condanna musicale.
Anche a vent'anni di distanza, sui palchi tutti uguali dei locali di periferia, quella canzone deve sempre essere in scaletta. Insieme ai successi, agli ever green che gli tocca cantare, e di cui neanche ricorda l'autore.
Serate tutte uguali, facce tutte uguali. Ora, non certo allora, vent'anni fa, quando Francesco Ronchi era la giovane promessa della musica pop italiana.
Ma ne sono successe di cose... sono passati impresari e talent scout; amici per la vita e compagni di una sola sbronza.
E poi, immancabilmente, alcune donne...
 
 
DETTAGLI DEL PRODOTTO:
* Titolo: Che giorno sarà
* Autore: Ruggeri Enrico
* Editore: Kowalski (collana Narrativa)
* Data di Pubblicazione: 26/01/2011
* ISBN/EAN: 9788874966950
* Pagine: 200, brossura
* Reparto: Romanzi / Romanzi contemporanei
 
 
          


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Messaggio  admin_italiacanora Lun Ago 22, 2011 5:18 pm

 
 
FAIRY GIRL - ELISA SI RACCONTA A SIMONA ORLANDO
 
1. RECENSIONE
 
Elisa si esprime esclusivamente attraverso la sua musica. Punto. Non ha mai amato rilasciare interviste o parlare troppo di sé. Ha sempre scelto di rimanere in disparte, di vivere il suo successo nell'ombra, umilmente, lontana anche dalle cronache rosa. Per capire il mondo dell'artista friulana bisogna dunque esplorare i suoi testi e le sue musiche: zuppe di pensieri, emozioni e ricordi. Questo libro è il primo testo che prende in seria considerazione il canzoniere dell'artista di Monfalcone.
 
Fonte: qui
 
 
3. TRAMA:
 
“Ragazza fatata”, questo il titolo del libro-intervista che Simona Orlando ha raccolto dalla viva voce di Elisa. L’autrice ripercorre la vita dell’artista rock fino ai nostri giorni. Un ritratto postmoderno che nasce dalla sovrapposizione del racconto, dell’intervista e dei testi delle canzoni. “Il risultato finale dell’incontro non è una biografia, ma una revisione lucida del suo percorso artistico” , come dice l’autrice nell’introduzione.

La narrazione si snoda partendo dai ricordi lontani degli esordi per arrivare fino alle speranze ed ai progetti per il futuro. Dai tempi di Monfalcone, sua città natale, il racconto segue un’oscillazione costante che ha i suoi termini in California ed in Italia, nell’inglese e nell’italiano dei testi, nell’altro e nel sé. I tempi euforici del primo lavoro “Pipes & Flowers”, registrato a Berkley , mecca della controcultura mondiale. Il ritorno in Italia e la creazione di “Asile’s World”, ovvero lo specchio di Alice che permette ad Elisa di guardarsi in profondità.

Il ritorno in California e la rinascita della fenice e del sole con l’album “Then Comes The Sun”. Ancora Monfalcone per far sbocciare “Lotus”, l’opera che sancisce la fioritura della cantante e quindi la sua maturità. Questo fiore porta alla nascita di un frutto prezioso che vede la luce di nuovo in California, “Pearl Days” il titolo dell’album. Poi le raccolte “Soundtrack ‘96-‘06” e “Caterpillar”, le collaborazioni con Tina Turner e Ligabue e l’opera “Ellis Island” al Teatro Massimo di Palermo.

Una carriera artistica segnata dall’uso di una lingua straniera che non aiuta in un mondo già di per se difficile come è quello della musica. A far da scenografia a questa carriera, la passione per le cose semplici, la campagna, il Tai Chi e le filosofie orientali, la repulsione verso il mondo della ribalta. Per colonna sonora invece i Doors, Jeff Buckley, Elizabeth Fraser ed i Sigur Ros; tutti ad ispirare quelle canzoni che hanno infiammato i cuori di migliaia di persone. Le stesse canzoni che hanno fatto dire a Fiorella Mannoia e ad Ornella Vanoni che vorrebbero duettare con lei, o che le hanno fatto tributare gli onori da parte di Pino Daniele, Zucchero e Carmen Consoli.

Ma oltre la storia di Elisa Toffoli (questo il nome per intero), quello che colpisce di questo libro è la prosa di Simona Orlando che, attraverso fatate metafore, sfiora la poesia in più punti, quasi che si dovesse adattare alla forma canzone di cui scrive. Giornalista affermata, la Orlando ha collaborato con Rockstar, Radio 24h- Il Sole 24 ore e Diario. Attualmente scrive su Il Messaggero ed Ulisse. In ambito editoriale è l’autrice di “L’Urlo dei Rolling Stones” e di “Anche se voi vi credete assolti”, un lavoro sui tristi fatti del G8 di Genova. Per la casa editrice Arcana, la stessa del libro su Elisa, ha pubblicato “Ballate di male e miele”, una monografia sugli Afterhours.

In conclusione il pregio di questo lavoro sta nel far vedere come la notorietà possa non dare alla testa, perché nonostante i successi, Elisa rimane fedele alle sue radici che sono lì dove “sta arroccata la generazione che avanza per progetti a termine e coniuga un futuro ogni tre mesi, e tutta quella parte di mondo che dalla globalizzazione ha preso anche la consapevolezza di reggersi su equilibri momentanei”.
 
 
Fonte: qui
 
 
2. DETTAGLI DEL PRODOTTO:
 
Titolo: Fairy girl. Elisa si racconta a Simona Orlando
Autore: Orlando Simona
Editore: Arcana
Collana: Fuori collana
Data di Pubblicazione: 2008
ISBN: 8862310110
ISBN-13: 9788862310116
Pagine: 108
Formato: brossura
Reparto: Musica > Compositori, musicisti e gruppi musicali
 
 
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Messaggio  admin_italiacanora Gio Nov 22, 2012 5:49 pm

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CLAUDIO BAGLIONI: Questo piccolo grande viaggiatore

1. RECENSIONE
Il canzoniere di Claudio Baglioni è uno specchio in continua evoluzione, un osservatorio sulla maturazione dei sentimenti, dalle pulsioni giovanili degli amori che esplodono, vivono e temperano alle contraddizioni di un uomo messo di fronte a se stesso, alla memoria, a dolorosi tragitti interiori. La canzone di Baglioni è un viaggio nella vita, un percorso avviato da una lettura personale divenuta universale, capace di accomunare tutti noi e le nostre storie. (Note di copertina)

Non che le magliette fini (strette “al punto che m’immaginavo tutto”) mi lasciassero indifferente. E, a dirla tutta, anche gli striptease solitari delle ragazze di campagna mi procuravano turbamenti che se non proprio alla giovane Torless, poco ci mancava (“ti avvicini allo specchio sfili via la gonna/ mica male le gambe/ sembri già una donna/ un bottone poi un altro/ e la camicia voilà vola sopra il comò”). A salvarmi dal romanticume di stampo baglioniano è stato il “sollen” del messaggio dentro le canzoni: i piccoli grandi amori non erano contemplati. L’attrazione fatale per le ballate politiche non ha permesso che quelle di Baglioni diventassero, per me, nemmeno un vizio solitario (vedi quello di sollazzarmi con le panzane elettro-sci-fi dei Rockets, ma – per favore – non ditelo in giro). Le ho fuggite – sic et simpliciter -, sordo al loro mellifluo richiamo di vetero-stornelli. Tutto questo fino a un certo punto: fino alla svolta di “Strada facendo”, all’alba degli ipertrofici anni Ottanta, quando il Claudio tutto zucchero, sofferenza & miele corregge il tiro della sua scrittura se non nella sostanza quanto meno nella forma, diventata adulta e, in una manciata di dischi a seguire (“La vita adesso”, “Oltre”) – udite, udite – persino da elogiare. Del resto, se anche un duro e puro della critica rock-progressive come Donato Zoppo si converte allo specifico baglioniano, escludendo l’improvviso impazzimento (Donato conferma anche nella fattispecie di essere tra i più analitici conoscitori di storie di note) un motivo deve pur esserci, da qualche parte. Io, a riguardo, un’idea me la sarei fatta: proprio l’evoluzione in progress del canzoniere di Baglioni deve aver convinto Zoppo ad accettare la sfida: sdoganare ciò che di primo acchito appare non-sdoganabile, senza perderci faccia & credibilità.

In “Questo piccolo grande viaggiatore” (Aereostella, 2012), Zoppo tampina l’ex Agonia a cavalcioni sulla coda del tempo, in tutte le sue circonlocuzioni fra musica e parole: dai reiterati struggimenti da lungo Tevere ai tamburi lontani, dalla poesiola per fanciulle in fiore dell’amore “bello come” agli amori adulti (sempre sfigatissimi però più maturi, vuoi mettere?); da 51 Montesacro (“e tutto cominciava”) alle liturgie live davanti a folle osannanti. Il tutto in sole 100 pagine, signore e signori, senza timore & tremore (reverenziale) per un’esegesi critica, tutt’altro che da fan. Che poi sarebbe il pregio numero uno di questo libro: taglio oggettivo, affidato a una penna indifferente alla fama (quando è il caso persino pungente), lontana anni luce dall’acquiescenza pedissequa da saggista in vena di apologia. Quando si dice che la vecchia scorza del giornalista rock, così come il buon sangue, non mente.

Alla luce della sua tempra critica, Zoppo riesce a rendere commestibile (con gusto, per di più) la biografia discografica di uno fra i più indigesti tra i cantautori italiani. Alcuni libri vanno assunti a prescindere, sulla scorta del valore di chi li firma. Soprattutto se siete fermi alla linea dura, idiosincratica agli straripamenti melassa & logorrea di Claudio Baglioni, osate leggere “Questo piccolo grande viaggiatore” e fatemi sapere.
Fonte: qui


DETTAGLI DEL PRODOTTO:
* Titolo: Questo piccolo grande viaggiatore. Claudio Baglioni in 100 pagine
* Autore: Zoppo Donato
* Editore: Aereostella
* Data di Pubblicazione: 31/05/2012
* ISBN/EAN: 9788896212325
* Pagine: 100, brossura


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LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Empty GIORGIO GABER - 2013 G. VI RACCONTO GABER

Messaggio  admin_italiacanora Mer Gen 02, 2013 12:15 pm


DIECI ANNI SENZA GIORGIO GABER (una vita nella certezza del dubbio, cd e libro per ricordarlo)
 
 
1. RECENSIONE
 
E' una pubblicazione che tutti i gaberiani attendevano, un libro di Sandro Luporini dal titolo "G. Vi racconto Gaber". Più che un libro un evento che celebra il decennale della morte di Giorgio Gaber che ricorre il 1 gennaio 2013.

Il 2 gennaio uscirà nelle librerie "G. Vi racconto Gaber", proposto da Fondazione Gaber e Mondadori.

Sandro Luporini, celebre coautore e grande amico di Giorgio Gaber rompe il suo riserbo e racconta, coadiuvato da Roberto Luporini, lo straordinario sodalizio artistico svelando le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, e qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare".
Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark.
"Avrebbero voluto da Giorgio e da me delle risposte. Proprio da noi che abbiamo vissuto tutta la vita nell'assoluta certezza del dubbio".

"G." è una testimonianza vera e definitiva su Giorgio Gaber, che riesce nel miracolo di restituirci quello stile, quel gusto, quel modo di vedere le cose che ci ha tanto affascinato, e di cui tanto sentivamo la mancanza. Luporini ripercorre i loro spettacoli dal 1970 fino agli ultimi due lavori discografici: undici capitoli in ordine cronologico, tanti quanti gli spettacoli di Gaber-Luporini, dal 1970 fino all'ultima ripresa di Un'idiozia conquistata a fatica, per chiudere con "Io non mi sento italiano", il suo testamento, uscito postumo.
 
Fonte: qui
 
 
2. DETTAGLI DEL PRODOTTO:
 
* Titolo: G. Vi racconto Gaber
* Autore: Sandro Luporini
* Editore: Mondadori
* Data di Pubblicazione: 01/2013
* ISBN-10: 8804626720
* ISBN-13: 9788804626725
* Pagine: 312
* Genere: ARTI RICREATIVE. SPETTACOLO. SPORT
 
 
da:


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LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Empty MARCO ALEMANNO - 2013 LUCIO DALLA: Dalla Luce Alla Notte

Messaggio  admin_italiacanora Mar Apr 02, 2013 8:19 pm

 
 
LUCIO DALLA: Dalla Luce Alla Notte, il libro di Marco Alemanno
 
1. RECENSIONE
 
Dalla Luce Alla Notte è il titolo del libro che Marco Alemanno ha scritto per ricordare il compagno e cantautore Lucio Dalla, scomparso il 1° marzo del 2012. Il libro è disponibile in vendita dal 27 febbraio.
A pochi giorni dal primo anniversario della morte dell’indimenticabile cantautore Marco Alemanno ha anticipato i contenuti del suo libro al settimanale Sette.

Alemanno ha raccontato il suo primo incontro con Lucio Dalla che risale al 7 dicembre del 1997: “Mi ha cambiato la vita, Mi predisse il futuro e un po’ di passato: aveva visto nei miei occhi l’ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare”.

Marco Alemanno però è andato anche oltre e ha rivelato il suo amore e la vita che ha vissuto con il cantautore: “Lucio e io potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio, fratelli, amici, amanti. Lucio diceva che ci completavamo”. Per Marco inoltre gli amici e la loro bellissima storia rappresentano la vera eredità che Lucio Dalla gli ha lasciato.

Il 4 marzo Lucio Dalla avrebbe compiuto settant’anni. La città di Bologna gli ha reso omaggio con un grande concerto in Piazza Grande che è stato trasmesso anche su Rai Uno. All’evento hanno partecipato gli amici e i colleghi di sempre, tra i quali Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Renato Zero e tanti altri ancora.

Proprio in riferimento al compleanno di Lucio Dalla, Marco Alemanno ha rivelato: “Detestava il suo compleanno: quel giorno staccava il telefonino. Gli amici veri lo sapevano e lo chiamavano il giorno prima, per tutti gli altri era irraggiungibile”.
 
Fonte: qui
 
 
2. INTERVISTA ALL'AUTORE
 
Futura Festival "Il domani di Lucio"
La toccante serata dedicata a Lucio Dalla e presentazione del libro di Marco Alemanno "Dalla Luce alla notte" al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche il 13 luglio 2013 - Incontro reading con letture sul tema della fascinazione di Lucio Dalla per il futuro.

dialoga Gilberto Santini - voce recitante Marco Alemanno - chitarra Bruno Mariani - tastiera Simone Stella
(circa al 30' ci sono temporanei problemi di audio).
 

 
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3. SINOSSI:
 
Un appassionato racconto in prima persona, simile ad un viaggio, nella vita di Lucio Dalla e nelle pieghe di un incontro, quello di Lucio con l’autore, dal 1997 alla fine: attraverso i ricordi di Alemanno, un percorso dalle strade di Bologna a quelle di New York, da Dublino a Barcellona, da Mosca a Lisbona, ma anche in Sicilia, a Napoli, in Puglia e in tanti altri posti… Un viaggio fatto di parole, aneddoti, persone, odori, sensazioni e arte: quella vista in un museo e quella ideata, pensata, realizzata, insieme a quella che era ancora lì da venire… Oltre alle parole, anche alcune fotografie, scattate dallo stesso Alemanno, mentre era in giro, con Lucio, per il mondo, quando fissava in un’immagine quello che gli occhi di Lucio, insieme ai suoi, si erano fermati a guardare…
 
Fonte: qui
 
 
Marco Alemanno: "La mia vita con Lucio Dalla"
Dal primo giorno in cui si sono incontrati alle domeniche sera a messa, Marco Alemanno anticipa al settimanle "Sette" alcuni contenuti del libro "Dalla luce alla notte" in cui racconta per la prima volta il suo amore e la sua vita con Lucio Dalla. "Lucio e io potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio, fratelli, amici, amanti. Lucio diceva che ci completavamo", racconta. La vera eredità? "Sono gli amici e la bellissima storia".
Un rapporto unico e profondo, quello tra Dalla e l’attore salentino, che è stato oggetto di polemiche subito dopo la morte del grande cantautore.
"Lucio - racconta Alemanno - mi ha regalato un sentimento nuovo, che non avevo messo in conto. La nostra è stata una favola moderna. Per questo non ha bisogno di etichette". E sui pettegolezzi nati dopo la scomparsa di Dalla replica duramente: "Non è stato rispettato né l'uomo né l'artista". Per Marco la vera eredità di Dalla sono "gli amici e la bellissima storia che Lucio mi ha donato".
Il primo incontro risale al 7 dicembre 1997: "Mi ha cambiato la vita, Mi predisse il futuro e un po' di passato: aveva visto nei miei occhi l'ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare".
Alemanno racconta delle abitudini condivise con il cantante: "La domenica dopo cena andavamo alla messa delle dieci in San Domenico oppure aveva trasformato una stanza della casa in una piccola sala cinematografica, con quattro file di vecchie poltrone recuperate da un cinema hard in disuso, dove in questi anni abbiamo visto i film più diversi: 'Matrix' e 'Uccellacci e uccellini', 'Kill Bill' e 'Il settimo sigillo'...".
E ancora: "Dormiva pochissimo, l'ho visto assopirsi mentre era in diretta a una radio, svegliarsi in tempo per rispondere alla domanda, e poi riprendere sonno. Detestava il suo compleanno: quel giorno staccava il telefonino. Gli amici veri lo sapevano e lo chiamavano il giorno prima, per tutti gli altri era irraggiungibile". Alemanno apre il forziere dei ricordi e offre agli italiani un’immagine inedita di Lucio Dalla.
 
Fonte: qui
 
 
4. DETTAGLI DEL PRODOTTO:
 
* Titolo: Dalla luce alla notte
* Autore: Alemanno MArco
* Editore: Bompiani (collana Bompiani overlook)
* Data di Pubblicazione: 27/02/2013
* Pagine: 206 p., ill., brossura, 2 ed.
 
 
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Messaggio  admin_italiacanora Gio Mag 30, 2013 10:14 am

 
 
VASCO ROSSI: tutte le sue composizioni
 
 
1. RECENSIONE
 
Il canzoniere completo di Vasco Rossi, con tutte le sue composizioni, sia quelle scritte e cantate da lui stesso (da Ciao, Silvia, Albachiara, alle ultimissime Il mondo che vorrei, Eh già), sia quelle scritte per altri (come Benedetta Passione per Laura Pausini, La tua ragazza sempre per Irene Grandi, Vuoto a perdere per Noemi): in tutto 188 testi con accordi.

Il libro contiene un indice alfabetico di tutti i brani, un indice per album, l'elenco dei "live, singoli e inediti" e l'elenco dei brani di Vasco scritti per altri artisti.
Il volume è impreziosito dall'enciclopedia degli accordi (per chitarra e tastiera), alcune foto e due manoscritti originali.
 
Fonte: qui
 
 
2. DETTAGLI DEL PRODOTTO:

* Titolo: Vasco canzoniere completo
* Autore: Rossi Vasco
* Editore: Volontè & Co
* Collana: Musica-Monografie
* Data di Pubblicazione: Giugno 2011
* ISBN/EAN: 9788863882308
* Pagine: 256
 
 
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Messaggio  admin_italiacanora Mar Giu 02, 2015 6:02 pm



CESARE CREMONINI: 2009 LE ALI SOTTO I PIEDI

1. RECENSIONE

In copertina spicca la dicitura “romanzo”.
Che è un po’ incongrua, per queste che sembrano pagine di diario rilette a dieci anni di distanza e rimesse in bella copia. Non che questo sia necessariamente un limite, anzi: quel che esce dalle parole di Cesare Cremonini - uno che, sia detto per inciso, stimo e ammiro più di ogni altro esponente della sua generazione - è la sincerità, quasi l’ingenuità con cui un “ragazzo fortunato” racconta infanzia adolescenza e prime esperienze.

Qualcuno l’ha definito “un romanzo di formazione”, esagerando non poco: leggendolo, l’ho trovato piacevolmente narrativo, con le inevitabili concessioni al registro comico e al registro drammatico e al registro sentimentale (ma non è forse così la vita di ogni giorno?), e ho apprezzato la scelta di concludere la rievocazione di quei giorni “formidabili” alla vigilia dell’esplosione di “50 Special” e di “..Squèrez?” e della breve fama dei Lunapop.
Ci sono dentro tanta Bologna e tanta mamma e un bel po’ di Walter Mameli (scopritore produttore manager di Cesare), nelle pagine di “Le ali sotto ai piedi”: l’ingrediente che mi ha divertito di più è l’ultimo, perché Mameli lo conosco da un bel po’, la Bologna degli anni Novanta non l’ho proprio frequentata e la mamma di Cesare non l’ho mai vista. Oltretutto, è nelle 12 pagine scritte da Mameli che ritrovo il mio ambiente - quello della discografia miope e pavida, quello delle majors che rifiutano i Lunapop salvo poi mangiarsi le unghie fino ai gomiti.

Ma questo non è un libro che parla di musica, non è un saggio critico o un excursus storico: è, l’ho già detto, il racconto in prima persona del viaggio di un ragazzo bolognese dal semianonimato alla celebrità. Un libro per fans? Abbastanza, sì, anche se sono certo che non era questa l’intenzione dell’autore. Però è certo che è a loro che è destinato; quindi, a che pro stare a
guardare il capello?

Frizzantino, fresco, di pronta beva, “Le ali sotto ai piedi” è un Pignoletto col quale accompagnare l’antipasto di salumi. Aspetto - con fiducia - Cremonini alla prova più matura, che potrebbe già essere la seconda: un romanzo (questo, si è detto, non lo è propriamente) corposo, pastoso, di gradazione più impegnativa.
 
Fonte: qui
 
 
2. L'INTERVISTA
 
 
 
 
3. DETTAGLI DEL PRODOTTO:
  • Edizioni Rizzoli
  • Pubblicato: 2009 (24/7)
  • Autore: Cesare Cremonini
  • 253 pag., ill.
  • ISBN 978-88-17-03228-5

 
da: "


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Messaggio  admin_italiacanora Lun Dic 11, 2017 4:29 pm

   


DON BACKY: 2017 - IO CHE MIRO IL TONDO

1. RECENSIONE

Tante storie, aneddoti e curiosità girano intorno alla genesi del volume “ Io che miro il tondo “ a firma di Aldo Caponi, in arte Don Backy , primo cantante cantautore a mettere mano a un libro tra il 1966 e 1967, tra l’altro con grande successo di critica. La prima edizione vide la luce appunto nel 1967 per i tipi Feltrinelli, un particolare degno di nota, e oggi a 50 anni di distanza ecco una riedizione, questa volta a cura di Clichy.
Tra le varie presentazioni in calendario in questo periodo, abbiamo incontrato il cantante scrittore a Roma , presso la Libreria I Trapezisti , dove, affiancato da Dario Salvatori, e stimolato dalle domande di Maurizio Zicoschi, Don Backy ha ripercorso le tappe di questa opera, dalla sua prima ispirazione, un litigio e delusione d’amore, una donna importante poi diventata compagna di vita, alla stesura accompagnata sempre da buona musica come nutrimento per le idee, all’incontro con Feltrinelli, che portò il manoscritto a Cuba e al suo ritorno lo volle editare così com ’era , senza correzioni o alcuna revisione.
E poi il successo, la curiosità per uno stile inedito e originale, per la fantasia, per la descrizione di isole lontane mai viste ma descritte in modo immaginifico, suggestioni tropicali, accanto a un intreccio di personaggi dai nomi strampalati nati da realtà e fantasia.
“Che cos’è questo libro? Un romanzo? Una storia d’amore? La favola dell’amicizia? Un sogno? Senza dubbio una delle cose più anomale e inclassificabili che siano mai state scritte in Italia - è stato detto - “ E’ un libro moderno, attuale, non sembra scritto 50 anni fa, propone uno stile particolare fatto di giochi di parole, spicca il coinvolgimento diretto con il lettore, la lettura è affascinante e richiama alla memoria autori importanti, come Calvino, per esempio- le parole di Zicoski.

Forse proprio per la sua freschezza e attualità l’opera viene oggi riproposta sul mercato.
“ Dopo tutti questi anni – ha raccontato Don Backy - mi è arrivata la richiesta da parte di Cichy di rieditare questo libro. Ho accettato con grande piacere e ho avuto l’opportunità, questa volta, di revisionare la mia creatura , fare alcune correzioni e modifiche che avevo in mente già 50 anni fa, ma che non sono sostanziali alla natura del libro che è scaturito in modo fluido dalla mia fantasia grazie al fatto che ho sempre avuto una facilità nello scrivere fin da ragazzino. E mi stupisco sempre i parallelismi che alcuni critici fanno tra la mia scrittura e reminiscenze di grandi autori. Quando mi sono messo all’opera avevo tante cose da dire, avevo questa forte esigenza di esprimermi, ma non volevo scrivere canzoni . Avevo bisogno di esternare delle sensazioni d’amore più che scrivere una vera e propria storia. E ascoltando brani di Louis Amstrong e le chitarre di Tommy Garret ho capito come procedere. Il titolo “ Io che miro al tondo” riprende una mia canzone di successo “ Io che giro il mondo”.

Dario Salvatori ha evidenziato in modo particolare l’importanza della musica in anni come il 1967, e la novità di questo libro scritto per la prima volta da un cantante , "mentre adesso gli scaffali delle librerie sono pieni. Tra reminiscenze letterarie e coincidenze, che mi suscitano sempre curiosità, questa è un’opera interessante con uno stile proprio.
Lo stile non si può ricalcare, dipende dalle letture fatte e dal proprio punto di vista”.

Don Backy ha dato luce poco tempo fa anche a un CD Pianeta Donna dedicato all’universo femminile, 12 brani in cui la donna cantata nelle sue più varie sfumature e figure: allegra, triste, sensuale, felice, decisa, avventurosa, amante, madre o moglie.
 
Fonte: Qui
 
 
2. L'INTERVISTA
 

 
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3. DETTAGLI DEL PRODOTTO:
  • Edizioni Clichy
  • Pubblicato: 2017
  • Autore: Don Backy
  • 198 p., Brossura
  • EAN: 9788867993697

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Ultima modifica di admin_italiacanora il Dom Nov 08, 2020 9:28 pm - modificato 1 volta.
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LIBRERIA ANNI CONTEMPORANEI Empty STEFANO D'ORAZIO: 2012 - CONFESSO CHE HO STONATO. UNA VITA DA POOH

Messaggio  admin_italiacanora Dom Nov 08, 2020 9:22 pm

 
 
2012 - STEFANO D'ORAZIO: CONFESSO CHE HO STONATO. UNA VITA DA POOH
 
1. RECENSIONE
 
Stefano D’Orazio è un uomo sorprendente; il destino aveva segnato per lui un percorso di successo nella musica insieme ai suoi amici per sempre, i Pooh; ad un certo punto decide di svuotare la sua bottiglia da un litro e versare al suo interno molto altro, esperienze che mai avrebbe immaginato e da quel momento mille avventure lo hanno visto protagonista.
Da settembre è nei teatri l’ultimo musical da lui ideato, con musiche dell’amico Roby Facchinetti, “W Zorro”; da novembre è in tutte le librerie il suo primo libro “Confesso che ho stonato- Una vita da Pooh” (Feltrinelli / Kowalski Editore).

L’aver trovato il coraggio a un certo punto della sua vita di staccarsi da quel mondo di certezze che aveva costruito in trent’anni di attività e aver creduto solo e soltanto in se stesso gli ha permesso di capire che non fosse impossibile percorrere nuove vie, anche quella della scrittura.
Nasce così questo libro; un racconto che parte da lontano, da Stefano bambino che comincia a conoscere l’ambiente che lo circonda, che scopre le prime emozioni, il grande amore per la musica.
Ma non è un percorso edulcorato dai ricordi, non è una semplice biografia; D’Orazio sente l’esigenza di raccontare e condividere una storia che racconta la strada percorsa, piena di errori, di sbagli, di piccole e grandi cadute che sono servite a creare l’uomo che è diventato e che ha avuto il coraggio di voltare pagina e spingersi verso nuovi orizzonti; regala momenti della propria vita che ciascuno custodisce nel proprio animo ma che lui ha voluto regalare a chi leggerà il libro, siano essi fans da anni o semplici lettori curiosi di conoscere storie cariche di emozioni personali e universali. D’orazio vuole mettersi a nudo attraverso la storia fatta di debolezze, momenti incerti, passi falsi, con verità raccontando una storia ricca di emozioni vere, senza filtro rischiando molto, donando qualcosa di vero e vissuto.
C’è tutto un mondo che si svela attraverso il libro; gli anni Sessanta, la ribellione, il primo uomo sulla luna, l’ascolto per la prima volta di un gruppo che ha segnato molti ragazzi, in fatto di musica, i Beatles; la vita da musicista sempre più affermato con i Pooh.
La narrazione scorre con leggerezza e ironia; tanti momenti di vita sono raccontati con semplicità e attenzione.
Incontri fugaci, a volte invece amicizie che hanno segnato l’esistenza e l’hanno resa unica e straordinaria, tanti volti che si susseguono e riaffiorano alla memoria accompagnati da aneddoti e ricordi.
Per anni la musica è stata la grande compagna della sua vita, cui Stefano ha dedicato anima e corpo condividendo ogni emozioni con i suoi compagni di viaggio, quegli amici che la vita per caso ha unito e la musica ha legato per sempre, anche dopo la dolorosa decisione di cambiare strada, di uscire da quel mondo così sicuro che però non gli trasmetteva più quelle emozioni necessarie per creare qualcosa di buono.
Oggi il presente per lui rappresenta una continua sorpresa, niente è ormai impossibile o irraggiungibile, basta crederci e lottare per poter raggiungere i propri sogni e dopo una caduta basta solo alzare lo sguardo e ripartire per una nuova avventura.
 
Fonte: qui
 
 
2. INTERVISTA ALL'AUTORE
 
Pubblichiamo l’intervista a Stefano D’Orazio, scomparso pochi giorni fa per il Covid, realizzata per il Quotidiano, uscita il 15 marzo 2013, in occasione della presentazione a Cosenza della sua biografia “Confesso che ho stonato”

«IL MIO libro? Un’autobiografia sputtanante». Stefano D’Orazio ha deciso di vuotare il sacco. Di dire tutto. Una vita da Pooh con appendice da scrittore nella quale ripercorrere anni, concerti, situazioni, emozioni, donne e uomini incontrati su un percorso, da Pooh, terminato qualche anno fa, ma che ancora va avanti nella voglia di raccontare, di suonare, di dare vita a un’emozione «ma senza quella rigida scaletta che erano diventate le mie giornate quando facevo parte del gruppo. Ogni giorno si programmava il giorno dopo. Orari, partenze, arrivi. Ad un certo punto ho detto basta. E adesso eccomi qui».

Qui significa Cosenza. Domani alle ore 18 presenterà, appunto, la sua biografia “Confesso che ho stonato” invitato dal Circolo della Stampa di Cosenza “Maria Rosaria Sessa” e dalla galleria d’arte Ellebi, a via Misasi, dove incontrerà la città.

Dicono le presentazioni: questo libro racconta il peggio di lei. Veramente?
«Certo. Senza ritegno. Sa che ho ritrovato le mie agende degli anni ’70? Annotavo tutto. Date, concerti, incontri. E sono tornate buone anche per scrivere questo libro, un’occasione per fare il resoconto di una vita e anche per togliermi qualche sassolino dalle scarpe».

E qual è quello più grosso?
«Credo quello che si riferisce al fatto che i miei compagni non vollero farmi cantare una canzone che avevo scritto per mio padre che era appena morto. I Pooh sono andati avanti per così tanto tempo anche perché al nostro interno c’erano delle regole ferree la più importante delle quali era che il gruppo veniva prima di ogni altra cosa. Dissero che il testo non andava bene, la musica restò quella ma cambiai le parole. Nacque così “Innamorati sempre, innamorati mai”. E ogni volta che l’ho cantata ho sempre pensato ad altro».

Altra grana: è vero che non avete mai perdonato a Riccardo Fogli di essersene andato perché si era innamorato?
«Ma no, lo abbiamo perdonato subito, invece. L’errore fu proprio averlo lasciato andare. Nel senso che se fossimo stati meno fiscali avremmo avuto la possibilità che Riccardo raccontasse ancora con noi le sue emozioni. Poi però al suo posto arrivò Red e fu sicuramente un ingresso importante».

Lei nel libro fa spesso riferimenti agli incontri che ha avuto nella sua vita e nella sua carriera. Iniziamo forse dal primo e più importante: i Beatles.
«Fu una folgorazione. Una mia amica mi prestò il suo disco e io rimasi incantato da quella musica e decisi che avrei voluto rifarla. Pensi che riuscì a registrarlo con un vecchio registratore facendo probabilmente la prima copia pirata della storia».

Altro incontro: Totò.
«Un mito assoluto. Feci la comparsa nel suo ultimo film, un episodio di “Capriccio all’italiana”, diretto da Steno. Io ero uno di quei capelloni che stava sotto di lui seduto su un trono. Durante le riprese mi misi a ridere, mi sgridarono, lui intervenne e con un sorriso disse: “Ma no, su, forse faccio ancora ridere”. Era invecchiato, credo fosse il periodo in cui era completamente cieco o quasi».

Il teatro resta però una specie di costante della sua vita: lei ha lavorato anche con Carmelo Bene.
«Sì. Suonavo la batteria nei suoi spettacoli d’avanguardia. Erano serate nelle quali lui finiva la sua performance e poi non permetteva al pubblico di uscire: li costringeva al dibattito e a dire quello che avevano capito».

Crescere a Roma in quegli anni deve essere stato piuttosto formativo per un artista.
«C’era un fermento incredibile, sì. E noi appassionati suonavamo per emulazione. Anzi, prima per cuccare le ragazze. E poi per emulare quelli più bravi».

Ma come si fa a cuccare se si suona la batteria?
«Infatti fu una scusa: io non sapevo suonare. Era solo che dicevo che suonavo la batteria altrimenti qualcuno avrebbe potuto portare una chitarra e allora sarei stato nei guai. Poi la batteria, quella batteria che mi portò la Befana a sei anni, diventò gran parte della mia vita».

Quanto sarebbe difficile, oggi, fare un percorso come quello che ha fatto lei?
«Direi impossibile. Oggi ci sono i talent ai quali si presentano migliaia di giovani e dai quali arrivano ragazzi veramente di talento. Solo che sanno alla perfezione come stare su un palco ma non quello che c’è sotto il palco».

In che senso?
«Nel senso che un artista, un cantante, un ragazzo, deve rispettare i tempi della sua crescita, che sono i suoi e solo i suoi. Qui un altro po’ e il sindaco consegna le chiavi della città a un ragazzo uscito da un talent e che ha appena 13 anni. Difficile poi far capire che si deve crescere sempre, che si deve sempre tentare di migliorare e migliorarsi. Della mia generazione nessuno è uscito da una scuola»

Per voi la scuola migliore qual è stata?
«La cantina. Il garage. Le balere dove c’era anche chi ti prendeva a schiaffi sul collo se suonavi male. Queste cose i ragazzi oggi quando le vedono, quando le vivono?».

Lei arriva a Cosenza dove qualche anno fa insieme ai Pooh raccoglieste dei fondi per aiutare l’associazione “Gianmarco De Maria”.
«E’ vero. E fu un’esperienza bellissima. Incontrammo queste persone che volevano veramente dare una mano alle famiglie dei bambini ricoverati. So che c’è una struttura che li ospita e i primi a beneficiarne sono proprio i bambini che possono sentire vicine le loro famiglie in un momento molto delicato come lo è sempre la malattia».
 
Fonte: qui
 
 
3. DETTAGLI DEL PRODOTTO:

  • Titolo: Confesso che ho stonato. Una vita da Pooh
  • Autore: Stefano D'Orazio
  • Editore: Kowalski
  • Formato: EPUB con DRM
  • Testo in italiano
  • Compatibilità: Tutti i dispositivi (eccetto Kindle)
  • Dimensioni: 2,38 MB
  • EAN: 9788874963775

 
 
          
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