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GABRIELLA FERRI - BIOGRAFIA

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GABRIELLA FERRI - BIOGRAFIA Empty GABRIELLA FERRI - BIOGRAFIA

Messaggio  admin_italiacanora Mar Apr 14, 2015 6:33 pm



Maria Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano, 3 aprile 2004) è stata una cantante italiana di musica leggera, nota per le interpretazioni delle canzoni popolari romanesche e napoletane, oltre che attrice teatrale.

Gli inizi: Luisa e Gabriella
Nata e cresciuta nel rione romano di Testaccio, poi trasferitasi in via Etruria a San Giovanni, è figlia di Vittorio, un commerciante ambulante di dolci, ammiratore della canzone in dialetto romanesco; smette ben presto di studiare a causa di un incidente.
Gabriella ha l'ambizione di diventare una indossatrice e per realizzare questo mestiere svolge tantissimi lavori come l'operaia e la commessa.
Conosce Luisa De Santis (figlia del regista Giuseppe, celebre per Riso amaro) e ne diviene molto amica: insieme danno vita a un duo, con il nome di Luisa e Gabriella, che cerca di riscoprire il repertorio folk romano.
Iniziano così i primi spettacoli, basati sul repertorio tradizionale della canzone romanesca (come Barcarolo romano) e su canti da osteria (come La società dei magnaccioni), e una sera, all'Intra's Club di Milano (in quel periodo sono ospitate da Camilla Cederna), vengono notate da Walter Guertler, che le mette sotto contratto e pubblica il loro primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione del brano popolare La società dei magnaccioni.
Sempre nel 1964 hanno la prima esperienza in televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno, in cui cantano La società dei magnaccioni che, nei giorni seguenti all'apparizione televisiva, vende un milione e settecentomila copie, diventando uno degli inni dei giovani di quegli anni.
Nel 1965 esce nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film 008 Operazione Ritmo del regista produttore Tullio Piacentini.

La Jolly immette dunque sul mercato un nuovo singolo delle artiste che attingono questa volta al folk siciliano incidendo una loro personale versione di Sciuri sciuri e Vitti 'na crozza: anche questo secondo singolo riscuote un discreto successo e le artiste incidono un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta robba mia, presa a prestito dallo spettacolo La manfrina e musicata da Ennio Morricone.
La carriera solista
Il duo però ha vita breve, a causa della timidezza di Luisa che non ama cantare in pubblico; Gabriella continua quindi da sola, incidendo anche un album nel 1966; nello stesso anno è in Canada per la tournée di uno spettacolo teatrale di musica popolare con la regia di Aldo Trionfo, assieme ad altri esponenti del folk italiano come Caterina Bueno, Otello Profazio e l'attore Lino Toffolo.
Dopo gli anni passati a Milano, torna a Roma alla fine del 1966, e approda al Bagaglino di Roma, di cui diventa la cantante ufficiale; qui conosce Piero Pintucci, che diventerà un suo collaboratore musicale abituale, e incide un 45 giri nel 1968 per la ARC, È scesa ormai la sera, che in Italia non ha un grosso riscontro commerciale.
Il lato b di questo singolo, Ti regalo gli occhi miei, raggiunge i vertici delle classifiche in Sudamerica e Gabriella lo incide in lingua spagnola con il titolo Te regalo mis ojos vendendo svariati milioni di copie[senza fonte] : intraprende così un tour nei paesi sudamericani con strepitoso successo per poi tornare a esibirsi al Bagaglino con Enrico Montesano.

In questo periodo conosce il giovane diplomatico Giancarlo Riccio, che sposa il 20 giugno del 1967.
Si trasferisce con lui a Kinshasa dove è destinato a prestare servizio, ma soffre la forzata inattività e dopo neanche un anno convince il marito a chiedere il rientro anticipato a Roma. Il matrimonio non dura però a lungo e, dopo una serie di separazioni e riconciliazioni, termina definitivamente nel 1970.
Gabriella Ferri fa qualche sporadica apparizione col suo repertorio della tradizione romanesca al Folkstudio di Roma, ma è una cantante già troppo nota per un locale underground e poi è già impegnata con il Bagaglino. Non disdegna comunque il beat, e si esibisce anche al Piper Club: dopo aver firmato un nuovo contratto discografico con la RCA Italiana, partecipa nel 1969 al Festival di Sanremo ma, nonostante presentasse, in coppia con Stevie Wonder, una bella canzone con sonorità beat e rhythm'n'blues, scritta da Gabriella insieme al padre Vittorio e a Piero Pintucci, intitolata Se tu ragazzo mio, l'artista viene eliminata al primo turno e a Sanremo non tornerà mai più.

Il disco comunque è un successo, e la canzone viene reinterpretata da molti altri artisti (come I Camaleonti e Nada: questo spinge la RCA a pubblicare alla fine del 1969 l'album Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si affiancano a brani della tradizione come Ciccio Formaggio; il disco è importante anche per il tentativo di creare una nuova canzone romanesca che si riallacci alla tradizione, ed emblematiche in questo senso sono Sor fregnone, scritta dalla Ferri su una musica di Vittorio Nocenzi (il tastierista del Banco del Mutuo Soccorso), e Sinnò me moro, canzone scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su musica di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli, Alida Chelli (Gabriella l'aveva già incisa nel 1963 con Luisa De Sanctis).

Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e sottile che era, si è andato via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare di lei come di una mamma Roma che tiene testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa: stornellando, i due si dicono le cose peggiori e Gabriella ne esce come l'erede di un genere romanesco che non è solo voce, ma anche aspetto.
È così che si appropria delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le diano la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c'è imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile: così Dove sta Zazà?, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell'Italia dissolta (Dove sta Zazà/Uh Madonna mia) tornava a essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza, e così era per Ciccio Formaggio, vecchio brano cantato da Nino Taranto.

Negli anni '70 aumentano le sue apparizioni in televisione: una serata speciale le era stata dedicata nel 1971, Questa sera... Gabriella Ferri, e verso la metà degli anni settanta aveva condotto per la televisione anche i varietà Dove sta Zazà (1973), che prese il titolo dal motivo di successo che aveva contribuito a rilanciare, il Circo delle voci (1974) e Mazzabubù (1975).
Nel 1972 si recca in Venezuela e a Caracas conosce l'imprenditore statunitense di origine russa Seva Borzak, che sposerà solo tre mesi dopo, e da cui avrà l'unico figlio, Seva junior.
Nel 1976 partecipa al film Remo e Romolo - Storia di due figli di una lupa.
Dopo l'esperienza televisiva di Giochiamo al varieté (1980) e l'incisione di un disco con alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte (Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp), si trasferì per qualche tempo negli USA, lasciando televisione e cabaret per dedicarsi unicamente alla musica.
Rientrata in Italia, incise nel 1987 la sigla del varietà televisivo Biberon.

Gli inizi: Luisa e Gabriella
Nata e cresciuta nel rione romano di Testaccio, poi trasferitasi in via Etruria a San Giovanni, è figlia di Vittorio, un commerciante ambulante di dolci, ammiratore della canzone in dialetto romanesco; smette ben presto di studiare a causa di un incidente.
Gabriella ha l'ambizione di diventare una indossatrice e per realizzare questo mestiere svolge tantissimi lavori come l'operaia e la commessa.
Conosce Luisa De Santis (figlia del regista Giuseppe, celebre per Riso amaro) e ne diviene molto amica: insieme danno vita a un duo, con il nome di Luisa e Gabriella, che cerca di riscoprire il repertorio folk romano.

Iniziano così i primi spettacoli, basati sul repertorio tradizionale della canzone romanesca (come Barcarolo romano) e su canti da osteria (come La società dei magnaccioni), e una sera, all'Intra's Club di Milano (in quel periodo sono ospitate da Camilla Cederna), vengono notate da Walter Guertler, che le mette sotto contratto e pubblica il loro primo 45 giri con la Jolly, una rielaborazione del brano popolare La società dei magnaccioni.
Sempre nel 1964 hanno la prima esperienza in televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno, in cui cantano La società dei magnaccioni che, nei giorni seguenti all'apparizione televisiva, vende un milione e settecentomila copie, diventando uno degli inni dei giovani di quegli anni.
Nel 1965 esce nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film 008 Operazione Ritmo del regista produttore Tullio Piacentini.
La Jolly immette dunque sul mercato un nuovo singolo delle artiste che attingono questa volta al folk siciliano incidendo una loro personale versione di Sciuri sciuri e Vitti 'na crozza: anche questo secondo singolo riscuote un discreto successo e le artiste incidono un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia, una canzone tradizionale spesso cantata dai menestrelli e nel lato B da È tutta robba mia, presa a prestito dallo spettacolo La manfrina e musicata da Ennio Morricone.

La carriera solista
Il duo però ha vita breve, a causa della timidezza di Luisa che non ama cantare in pubblico; Gabriella continua quindi da sola, incidendo anche un album nel 1966; nello stesso anno è in Canada per la tournée di uno spettacolo teatrale di musica popolare con la regia di Aldo Trionfo, assieme ad altri esponenti del folk italiano come Caterina Bueno, Otello Profazio e l'attore Lino Toffolo.
Dopo gli anni passati a Milano, torna a Roma alla fine del 1966, e approda al Bagaglino di Roma, di cui diventa la cantante ufficiale; qui conosce Piero Pintucci, che diventerà un suo collaboratore musicale abituale, e incide un 45 giri nel 1968 per la ARC, È scesa ormai la sera, che in Italia non ha un grosso riscontro commerciale.
Il lato b di questo singolo, Ti regalo gli occhi miei, raggiunge i vertici delle classifiche in Sudamerica e Gabriella lo incide in lingua spagnola con il titolo Te regalo mis ojos vendendo svariati milioni di copie[senza fonte] : intraprende così un tour nei paesi sudamericani con strepitoso successo per poi tornare a esibirsi al Bagaglino con Enrico Montesano.

In questo periodo conosce il giovane diplomatico Giancarlo Riccio, che sposa il 20 giugno del 1967. Si trasferisce con lui a Kinshasa dove è destinato a prestare servizio, ma soffre la forzata inattività e dopo neanche un anno convince il marito a chiedere il rientro anticipato a Roma. Il matrimonio non dura però a lungo e, dopo una serie di separazioni e riconciliazioni, termina definitivamente nel 1970.
Gabriella Ferri fa qualche sporadica apparizione col suo repertorio della tradizione romanesca al Folkstudio di Roma, ma è una cantante già troppo nota per un locale underground e poi è già impegnata con il Bagaglino. Non disdegna comunque il beat, e si esibisce anche al Piper Club: dopo aver firmato un nuovo contratto discografico con la RCA Italiana, partecipa nel 1969 al Festival di Sanremo ma, nonostante presentasse, in coppia con Stevie Wonder, una bella canzone con sonorità beat e rhythm'n'blues, scritta da Gabriella insieme al padre Vittorio e a Piero Pintucci, intitolata Se tu ragazzo mio, l'artista viene eliminata al primo turno e a Sanremo non tornerà mai più.
Il disco comunque è un successo, e la canzone viene reinterpretata da molti altri artisti (come I Camaleonti e Nada: questo spinge la RCA a pubblicare alla fine del 1969 l'album Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si affiancano a brani della tradizione come Ciccio Formaggio; il disco è importante anche per il tentativo di creare una nuova canzone romanesca che si riallacci alla tradizione, ed emblematiche in questo senso sono Sor fregnone, scritta dalla Ferri su una musica di Vittorio Nocenzi (il tastierista del Banco del Mutuo Soccorso), e Sinnò me moro, canzone scritta nel 1961 dal regista Pietro Germi su musica di Carlo Rustichelli per il film Un maledetto imbroglio e cantata dalla figlia di Rustichelli, Alida Chelli (Gabriella l'aveva già incisa nel 1963 con Luisa De Sanctis).
Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e sottile che era, si è andato via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare di lei come di una mamma Roma che tiene testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa: stornellando, i due si dicono le cose peggiori e Gabriella ne esce come l'erede di un genere romanesco che non è solo voce, ma anche aspetto.
È così che si appropria delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le diano la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c'è imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile: così Dove sta Zazà?, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell'Italia dissolta (Dove sta Zazà/Uh Madonna mia) tornava a essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza, e così era per Ciccio Formaggio, vecchio brano cantato da Nino Taranto.

Negli anni '70 aumentano le sue apparizioni in televisione: una serata speciale le era stata dedicata nel 1971, Questa sera... Gabriella Ferri, e verso la metà degli anni settanta aveva condotto per la televisione anche i varietà Dove sta Zazà (1973), che prese il titolo dal motivo di successo che aveva contribuito a rilanciare, il Circo delle voci (1974) e Mazzabubù (1975).
Nel 1972 si recca in Venezuela e a Caracas conosce l'imprenditore statunitense di origine russa Seva Borzak, che sposerà solo tre mesi dopo, e da cui avrà l'unico figlio, Seva junior.
Nel 1976 partecipa al film Remo e Romolo - Storia di due figli di una lupa.
Dopo l'esperienza televisiva di Giochiamo al varieté (1980) e l'incisione di un disco con alcune canzoni scritte per lei da Paolo Conte (Gabriella, nel 1981, con la celebre Vamp), si trasferì per qualche tempo negli USA, lasciando televisione e cabaret per dedicarsi unicamente alla musica.
Rientrata in Italia, incise nel 1987 la sigla del varietà televisivo Biberon.

Ultime apparizioni e morte
Le sue due ultime uscite artistiche di rilievo avvennero nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo dove si esibì accompagnata dal chitarrista della Piccola Orchestra Avion Travel Fausto Mesolella e nel luglio del 1997 con un concerto a Parco Celimontana a Roma (inclusa nella manifestazione Voglia Matta Anni 60) davanti a 7.000 spettatori (se ne aspettavano un migliaio).
Nel 1997 incide un album, Ritorno al futuro, poi il ritiro definitivo dalle scene, anche a causa di ricadute nella grave depressione che la tormentava a fasi alterne da anni; a parte qualche sporadica apparizione in spettacoli televisivi, scelse di condurre vita ritirata.
Il 3 aprile 2004 Gabriella Ferri morì in seguito alla caduta da una finestra della sua casa di Corchiano (VT).
La cantante aveva tentato di togliersi la vita nel 1975, dopo la morte del padre Vittorio: tuttavia la famiglia ha sempre smentito ogni ipotesi di suicidio, ipotizzando che l'incidente possa essere stato conseguenza di un malore, causato magari dai medicinali antidepressivi di cui la cantante faceva uso. La famiglia, inoltre, ha tenuto a precisare che non è stato lasciato nessun biglietto di addio, e che la cantante avrebbe dovuto partecipare, il lunedì successivo, a un programma televisivo, al quale non intendeva assolutamente mancare.
Nei giorni successivi alla sua morte la cantante Grazia Di Michele, impegnata come docente ad Amici, assieme ai ragazzi partecipanti all'edizione di quell'anno, omaggiò la cantante scomparsa eseguendo dei brani della sua carriera.

Per volontà del sindaco di Roma, Walter Veltroni, la camera ardente venne allestita in Campidoglio, nella Sala Protomoteca, dove migliaia di romani le resero omaggio.
È sepolta nel Cimitero del Verano.

L'eredità artistica
Il suo testamento spirituale è rintracciabile nella lunga raccolta di Canti Di Versi dove, tra ritmi jazz, tanghi e flamenchi, con un incedere interpretativo e voce struggente che ricorda da vicino Amália Rodrigues (Coimbra), interpreta canzoni sue e di autori celebri come Paolo Conte (nell'autoironica Vamp), Luigi Tenco (Lontano lontano), Ennio Morricone (Stornello dell'estate). Ma ancor più in brani come Una donna sbagliata, Sono partita di sera, È scesa ormai la sera, una commovente Via Rasella ("Via Rasella, Via Rasella t'hanno messo a pecorone ... maledetto sto' dolore ..."), e un altrettanto struggente O sole mio.

Nel 2007 una sua canzone, Remedios, venne usata come colonna sonora del film Saturno contro, e venne inserita nell'album pubblicato a marzo 2007, Saturno contro soundtrack.
Nel 2012 Gabriella Ferri viene raccontata assieme ad Anna Magnani dall'attrice e cantante Elena Bonelli. Con lo spettacolo Elena, Nannarella e Gabriella. Roma celebra Napoli la Bonelli racconta le loro storie di vita, le canzoni, i successi ma anche la solitudine, l'amarezza e l'infelicità che convivono con i trionfi e la consacrazione.
Fonte: QUI


Ritratti: Gabriella Ferri
La vicenda umana e artistica ripercorsa da Giancarlo Governi attraverso testimonianze e filmati tratti dall'archivio RAI.

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