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FESTIVAL DI SANREMO 1976: I CANTANTI - LE CANZONI - I TESTI
Italia Canora :: GARE MUSICALI ::
FESTIVAL DI SANREMO 1976: I CANTANTI - LE CANZONI - I TESTI
La sigla e l'introduzione del Sanremo 1976. Si riconoscono Ennghel Gualdi e Ely Neri nell'orchestra diretta da Riccardo Vantellini. Presenta Giancarlo Guardabassi.
1976 (26a Edizione)
Fu l'ultima edizione a svolgersi al Casinò in quanto a fine anno l'edificio dovette essere sottoposto a ristrutturazione; per tale motivo dall'edizione successiva si adottò quale sede il teatro Ariston.
Per la prima volta nella storia del Festival il conduttore non salì mai sul palcoscenico, ma rimase sempre seduto ad un tavolo ai piedi del palco stesso, di spalle a una colonna e rivolto alla scena, munito di monitor, telefoni, testi e microfoni, con una postazione molto simile ad uno studio radiofonico: infatti Guardabassi conduceva la trasmissione come se fosse alla radio, non guardava mai la telecamera ed era affiancato da due assistenti, che non parlavano mai. La conduzione fu in stile moderno, tipico dei deejay all'americana, ai quali egli si ispirava.
Dopo la disastrosa edizione del 1975, fu richiamato alla direzione artistica del Festival Vittorio Salvetti.
Fu lo stesso Salvetti a scegliere Giancarlo Guardabassi, dopo che Domenico Modugno rinunciò alla conduzione a soli tre giorni dall'inizio della manifestazione (in cui intervenne però come ospite d'onore): il disc jockey folignate fu così costretto a preparare l'intera conduzione del Festival in soli due giorni.
Salvetti operò scelte drastiche, come l'eliminazione dell'orchestra e delle interpretazioni dal vivo e chiamò ospiti e star d'eccellenza come Julio Iglesias (che però sali sul palcoscenico durante la messa in onda del telegiornale), la rockstar internazionale Suzi Quatro, Mario Del Monaco (che però alla fine dovette rinunciare a partecipare a causa di una indisposizione), lo stesso Domenico Modugno, Esther Phillips, Adamo e la debuttante Romina Power che fu inserita in gara. Vennero invitati alla competizione molti gruppi musicali come I Camaleonti, I Profeti, La Strana Società, Gli Opera, La Nuova Gente, Gli Albatros, i Ricchi e Poveri (che si esibirono accompagnati dal complesso di bambini I Nostri Figli, tra i quali una ancora bambina Georgia Lepore)[2], Daniel Sentacruz Ensemble e gli Armonium. E poi ancora Wess e Dori Ghezzi, Orietta Berti e Sergio Endrigo. Tra gli esclusi, Claudio Villa con una canzone sulle lotte operaie intitolata Serenata al mio padrone, che reagì alla bocciatura tacciando l'organizzatore Vittorio Salvetti di "fascismo".
Questa fu anche l'ultima edizione del Festival di Sanremo trasmessa in bianco e nero in Italia, nonostante la registrazione dell'evento fosse già a colori: infatti per l'Eurovisione il Festival veniva ripreso con telecamere a colori dalla Rai già dall'edizione 1973, visto che le maggiori emittenti televisive europee trasmettevano a colori fin dalla fine degli anni sessanta (la Rai inizierà a trasmettere ufficialmente a colori soltanto l'anno dopo, ritardo dovuto alle politiche dell'austerity adottate dal governo italiano negli anni settanta).
La Rai trasmise in televisione solamente la serata conclusiva, mentre le prime due furono trasmesse solo alla radio. La diretta della serata finale del Festival sforò con i tempi stabiliti, andando a finire alla soglia del telegiornale della notte; pertanto la linea fu tolta di punto in bianco e la canzone vincitrice, che fu Non lo faccio più di Peppino di Capri, venne comunicata durante il telegiornale, così come successo anche l'anno prima.
Di fatto non vennero filmate le ripetizioni orchestrali dei brani in gara e la stragrande maggioranza degli ospiti che dovevano riempire il tempo impiegato dalle giurie a votare. Fra gli ospiti furono ripresi Rita Pavone, presentata da Macario, Domenico Modugno e pochi altri che si esibirono inframmezzando le canzoni in gara.
Orietta Berti presentò Omar con una coreografia gitana, mentre i Ricchi e Poveri, i primi ad esibirsi, eseguirono il loro brano accompagnati da un complesso di bambini: I Nostri Figli, divenuti poi famosi per aver inciso, nei primi anni ottanta, la sigla del cartone animato l'Ape Magà; la loro Due storie dei musicanti sull'lp sarà sciolta in due brani autonomi: I-o bau coccodè miao e Il mio canto. Le canzoni meglio accolte nell'hit parade italiana sono Gli occhi di tua madre di Sandro Giacobbe (che ha raggiunto il terzo posto) e Linda bella Linda del gruppo vocale Daniel Sentacruz Ensemble (che ha raggiunto il secondo)[3].
Tra i fatti degni di nota, da segnalare la disavventura che vide protagonista Antonio Buonomo. Il cantante napoletano presentò il brano La femminista, che lui stesso ebbe a definire "una satira della lotta per l'emancipazione della donna". Un gruppo di femministe non gradì lo scherzo, e dopo aver attirato Buonomo con una telefonata anonima fingendosi un gruppo di sue ammiratrici, lo malmenarono davanti all'albergo nel quale alloggiava.
Di questa edizione del festival (così come per le edizioni del 1974 e del 1975) non risulta reperibile nell'archivio della Rai la registrazione dell'emissione dell'ultima serata a causa dell'abitudine di quegli anni di non registrare gli eventi in diretta televisiva. Su YouTube però, è presente l'esibizione integrale di tutti i cantanti in gara che ebbero diritto di accedere alla serata finale, compresi gli ospiti della serata finale: Domenico Modugno e Rita Pavone presentata da Macario.
Le presentazioni, curate da Giancarlo Guardabassi, venivano tradotte da una voce fuori campo in spagnolo dalla TV iberica, che grazie all'Eurovisione trasmetteva la serata finale del Festival anche al di fuori dell'Italia, e i video presenti online sono stati prelevati proprio da tale televisione. Nonostante, quindi, gli archivi Rai non conservino alcun contributo video della 26ª edizione del Festival di Sanremo, la serata finale è pervenuta grazie alla televisione estera come per il Festival di Sanremo 1966, prelevato dalla TV tedesca, e per il Festival di Sanremo 1973, prelevato dalla TV della Repubblica Ceca (all'epoca ancora Cecoslovacchia).
Fonte: QUI
Regolamento:
Competizione fra cinque squadre composte da sei cantanti.
Accedono alla finale i "caposquadra", non soggetti a votazione e, dei rimanenti quattro componenti, il cantante maggiormente votato.
Ai secondi classificati di ogni squadra, nella seconda serata, viene data una possibilità di ripescaggio; tali cinque artisti (uno per squadra) vengono riorganizzati in un'ulteriore squadra a cui viene data la possibilità di esibirsi di nuovo.
I tre più votati si aggiungono ai 15 elementi già designati per la finale.
In finale accedono, pertanto, 18 artisti.
Come detto, le squadre in cui i cantanti si dividono, hanno 2 capi squadra, che saranno direttamente in finale, tra cui alcuni capisaldi del passato, come Sergio Endrigo (foto sotto) o Orietta Berti, che hanno assaporato anche il sapore amaro dell’eliminazione e che accettano di partecipare solo se non corrono questo rischio.
Il regolamento è forse il più complesso della storia del festival : ci sono 5 squadre da 6 componenti, di cui 2 capisquadra direttamente ammessi in finale che durante le serate eliminatorie si esibiscono senza essere votati, e 4 aspiranti che si contendono un posto sicuro per la serata finale.
Quindi 3 per ogni squadra si riesibiranno durante la finale, ma non finisce qui.
A seguito delle esibizioni delle squadre (3 durante la prima serata e 2 durante la seconda), i 5 cantanti arrivati secondi per le votazioni, si contendono l’accesso alla finale, venendo votati dopo una seconda esibizione che permetterà a tre di loro di arrivare alla serata finale formando una nuova squadra.
Le giurie tornano a riunirsi nelle redazioni dei maggiori quotidiani.
Saranno composte da 25 giurati, di cui 15 tra i 15 e i 25 anni, 5 tra i 26 e i 40 anni e 5 ultraquarantenni; sulla carta dunque una giuria molto giovane, senza ignorare completamente i gusti dei genitori.
A vincere invece sarà un brano che musicalmente non appare per nulla innovativo, suscitando sorpresa persino nell’interprete.
1. LE SQUADRE, I CANTANTI, LE CANZONI
Le squadre saranno così composte:
- SQUADRA 1
Capo squadra: Sergio Endrigo, Quando c’era il mare
Capo squadra: Peppino di Capri, Non lo faccio più
Finalista – Patrizio Sandrelli, Piccola donna addio
In attesa di ripescaggio: Gloriana, La canzone dei poveri
Eliminato: Antonio Buonuomo, La Femminista
Eliminato: Romina Power, Non due
SERGIO ENDRIGO - Torna a Sanremo dopo la bocciatura di Elisa Elisa solo 3 anni prima, e grazie alla sua importante storia di cantautore è tra coloro che hanno la finale assicurata.
Per il resto degli anni settanta continua uno studio con Bacalov, ma senza aggiungere nulla di nuovo al suo repertorio.
Tornerà a Sanremo nel 1986 per l’ultima volta.
PEPPINO DI CAPRI - A 15 anni dal suo debutto sulle scene nazionali, torna a Sanremo senza credere nella sua canzone, che infatti esce quasi subito dal suo repertorio che non ha spazio per inserire spogliarelli tra twist e champagne.
Lui stesso risulta dunque sorpreso per la vittoria di NON LO FACCIO PIÙ, dicendo che sognava al massimo un quinto posto, ma non aveva mai immaginato che il brano sarebbe piaciuto alle giurie.
PATRIZIO SANDRELLI - Esordisce nel 1973 conoscendo subito il favore del pubblico e facendosi portavoce delle istanze musicali e stilistiche, nonchè tematiche, degli anni settanta. Ma dopo la partecipazione a Sanremo la sua carriera presenta una brusca frenata poichè il brano, pur raggiungendo la finale fa un tantino cagare.
GLORIANA - E' una stella di prima grandezza nella Napoli che viene conosciuta a livello internazionale. Già da bambina recita nella rivista e da adolescente comincia a partecipare a gare canore, soprattutto nella città partenopea, vincendo anche il Festival di Napoli. È una della maggiori interpreti della melodia napoletana e con Mario Merola porta la sceneggiata in giro per il mondo, ma a Sanremo viene snobbata e non raggiunge la finale, con una canzone a dire il vero demagogica e ruffiana.
ANTONIO BUONUOMO - E' una celebrità a Napoli, dove si esibisce da almeno un decennio. Il pubblico nazionale lo conosce grazie alla sua partecipazione a Settevoci e sulla scia di quell’effimera notorietà nazionale partecipa a Sanremo dove porta un brano ironico che gli porta l’antipatia delle femministe.
Il giorno dopo la sua eliminazione, quando dunque il brano è stato ascoltato, viene picchiato da un gruppo di femministe offese dalla sua innocua ironia, anche se per alcuni si tratta solo di un espediente pubblicitario per garantirgli visibilità.
Tenta nuovamente di arrivare a Sanremo ma non viene più selezionato.
ROMINA POWER - muove i suoi primi passi nella musica italiana nel 1968, quando interpreta Acqua di mare, scritta da Al Bano, che sarebbe poi diventato suo marito.
Al suo debutto sanremese si presenta nella doppia veste di autrice ed interprete, ma non raggiunge la finale.
Nonostante questo la RAI intende sfruttare il momento di gloria della coppia Al Bano & Romina Power e invia loro due a rappresentare l’Italia all’Eurofestival. - SQUADRA 2
Capo squadra: Wess & Dori Ghezzi, Come stai, con chi sei?
Capo squadra: Orietta Berti, Omar
Finalista – La Strana Società, Andiamo via
In attesa di ripescaggio: Rosanna Fratello, Il mio primo rossetto
Eliminato: Leano Morelli, Nata Libera
Eliminato: Santino Rocchetti, E tu mi manchi
Il duo formato da WESS & DORI GHEZZI nell’arco di tre anni ha raccolto una buona serie di successi restando indelebilmente fissa nella memoria collettiva degli italiani.
Questa sarà per loro l’ultima esibizione in coppia, raggiungendo il secondo posto della classifica sanremese, e per Dori Ghezzi si aprirà una carriera di musica d’autore anche grazie al supporto del suo compagno Fabrizio de André.
Si esibiranno nuovamente insieme nel corso dell’edizione successiva per una clausola del contratto firmato per partecipare nel 1976.
ORIETTA BERTI - porta a Sanremo una coreografia Gitana per accompagnare la sua Omar.
In finale di diritto, riesce a cambiare il suo repertorio, a distanza di oltre 10 anni dal debutto, dimostrando sia di essere trasversale, sia di non avere una vera identità musicale, altrimenti non le sarebbe stato così facile.
LA STRANA SOCIETÀ - Prende vita nel 1970 da alcuni componenti de “I ragazzi del sole” che hanno lasciato la formazione per provare un repertorio meno melodico e adolescenziale. Però, dopo gli iniziali auspici, virano verso il romanzo d’appendice risultando ancora più mielosi.
ROSANNA FRATELLO - Ancora una volta dopo il suo debutto nel 1969 è fuori dalla finale, nonostante tra i cantanti in gara sia tra quelli che hanno venduto di più.
Negli anni settanta continuerà a regalare qualche nuovo brano al suo pubblico, ma dagli anni ottanta sarà tra le protagoniste dei revival, grazie ad una carriera lunga comunque 15 anni e ricca di successi popolari e alla sua bellissima presenza.
Tornerà a Sanremo nel 1994 come componente della Squadra Italia.
LEANO MORELLI - Quello a Sanremo del 1976 è il suo debutto ufficiale, sotto gli auspici della Phonogram, che credendo il lui lo mette sotto contratto.
Questo debutto, pur non salutato con favore dalle giurie, lo porta a cominciare una breve, ma intensa, carriera che lo vede a Sanremo ben 4 volte, e quando non è a Sanremo è sul palco del Festivalbar, ottenendo sempre un buon riscontro sul mercato.
SANTINO ROCCHETTI - Fa il suo esordio negli anni sessanta ottenendo in quell’occasione solo un breve momento di notorietà.
Per alcuni anni, come componente dei musicals, calca il palcoscenico di Sanremo in qualità di corista per poi tornare a credere nella carriera di solista proprio poco prima di partecipare a Sanremo nel 1976, lo rivedremo nel 1977. - SQUADRA 3 (vincitori della gara a squadre)
Capo squadra: I Camaleonti, Cuore di vetro
Capo squadra: Sandro Giacobbe, Gli occhi di tua madre
Finalista – Opera, L’ho pers ancora
Ripescato – I Profeti, Cercati un’anima
Eliminato: Vanna Leali, Torno a casa
Eliminato: Umberto Lupi, Una casa senza nome
I CAMALEONTI - Dopo 13 anni di storia tornano a Sanremo approdando di diritto alla finale con CUORE DI VETRO.
Ormai la loro stella si avvia verso il declino, ma la partecipazione a manifestazioni di carattere nazionale mantengono viva la loro notorietà.
SANDRO GIACOBBE - A 4 anni dal debutto, e a 2 dal boom è tra i cantanti più seguiti dai giovani che amano la musica italiana negli anni settanta (poverini avendo a disposizione il fiore del Rock, Punk, Glam, ecc ecc, seguono Giacobbe) e partecipa di diritto alla serata finale con GLI OCCHI DI TUA MADRE, in cui si scusa con la sua fidanzata per non aver saputo tenere il pendolo nelle mutande in presenza di una suocera bella e provocante, con la scusa che gli piacciono tutte le cose che gli ricordano la fidanzata.
Non è dato sapere se la ragazza è stupida e accetta le scuse oppure se la storia finisce così.
OPERA - Come la Nuova Gente, nascono dallo scioglimento dei Gens, per volere di Filiberto Riccardi, che con Pino Allegro, Jimmy Mantineo e Vincenzo Maccagnani, fa sì che il gruppo debutti al Festivalbar del 1975.
Dopo il 1976 fanno un tour teatrale in cui al loro repertorio associano anche brani classici riadattati in chiave Rock.
I PROFETI - Debuttano sulla scena musicale nel 1964 come gruppo bìtt e raggiungono un notevole successo grazie soprattutto a Renato Brioschi che ne gestiva le scelte musicali.
Dopo la sua uscita dal gruppo, Donato Ciletti, Nazareno La Rovere, Beppe Tiranzoni e Osvaldo Bernasconi virano su un genere più melodico partecipando a Festivalbar e a Sanremo con brani molto vicini a quelli proposti dai Pooh e riuscendo a ottenere un buon successo.
VANNA LEALI - Si esibisce sin da bambina nelle balere e nei piano bar e a Sanremo arriva quasi 22enne senza raggiungere la finale. Negli anni successivi cerca di mantenere la notorietà dandosi un nome d’arte (Vanna Vani) e partecipando a Festivalbar per 3 edizioni di fila per poi incidere vari dischi negli anni ottanta, utilizzati per lo più come sigle.
UMBERTO LUPI - Arriva a Sanremo dopo aver lavorato per anni in Australia con la sua orchestra.
Dopo il Festival ha continuato l’attività di musicista soprattutto in chiave filologica ricostruendo la storia musicale della Venezia Giulia e di Trieste. - SQUADRA 4
Capo squadra: Ricchi e Poveri, Una storia dei musicanti
Capo squadra: Paolo Frescura, Due Anelli
Finalista – Carlo Gigli, Più Forte
Ripescato – La Nuova Gente, Che sarei
Eliminato: Maggie Mae, Sing My Song
Eliminato: Enzo Maria Picciotta, Uomo Qualunque
i RICCHI E POVERI - Dopo il debutto nel 1970, sono diventati protagonisti della scena musicale italiana, sia sui mercati che come ospiti, e padroni di casa, delle più importanti trasmissioni di varietà e musicali del servizio pubblico italiano.
A Sanremo nel 1976 portano un brano difficile, giocato su due stili musicali completamente differenti tra loro, giocando con l’ironia e la costruzione vocale polifonica.
In questa edizione anche Marina Occhiena presenta un taglio di capelli come quello di Angela Brambati per dare al gruppo una simmetria. Ma sta meglio bionda e con i capelli lunghi.
Sul palco saranno accompagnati da un coro di voci bianche che prendono il nome di “I nostri figli”.
PAOLO FRESCURA - Arriva a Sanremo tra coloro che hanno la finale assicurata nonostante la giovane età (22 anni), poichè già da 2 anni ottiene successi grazie al suo stile melodico, ricco e sfaccettato. Purtroppo durante la finale ha un attacco di afonia e questo penalizza la sua canzone in classifica. Interrompe spontaneamente la sua carriera di cantante dopo 3 dischi andati molto bene, per restare nell’ambiente musicale come editore e talent scout.
CARLO GIGLI - Arriva alla musica nel pieno della stagione bìt, quando ancora sedicenne prende parte in varie formazioni.
A Sanremo raggiunge la finale con PIÙ FORTE ma lascia presto la musica per dedicarsi al suo lavoro di avvocato.
LA NUOVA GENTE - Dall’esperienza dei Gens, Ettore Cardullo e Pippo Landro, insieme con Mario Volanti, danno vita a LA NUOVA GENTE nel 1975, per presentare un progetto che vede anche la partecipazione sanremese, con tanto di finale, ma si sciolgono subito dopo a circa un anno dalla formazione.
MAGGIE MAE - Arriva a Sanremo, non ancora sedicenne, dopo aver ottenuto un grandissimo successo in Germania, da cui è originaria.
In Italia passa tuttavia inosservata nonostante sia anche stata ben 2 volte in lizza per rappresentare la Germania all’Eurofestival.
La sua canzone non riesce a superare le eliminatorie e il suo sbarco in Italia non ha luogo.
ENZO MARIA PICCIOTTA - Esordisce al Festival di Sanremo con l’intenzione di diventare un professionista della musica, ma questo primo tentativo lo vede fuori dalla finale con un bel brano.
Dopo Sanremo, nel 1978, partecipa a Castrocaro (unico a fare questo percorso) e lo vince. Continua a scrivere affermandosi come autore e cerca ancora la possibilità di sfondare come interprete, ma nel 1983, come ultima possibilità che si dà, non riesce a superare l’ostacolo Tiziana Rivale alle selezioni per Sanremo, indette da Domenica In, in cui venivano scelte tre voci che sarebbero approdate al Festival. - SQUADRA 5
Capo squadra: Drupi, Sambariò
Capo squadra: Daniel Sentacruz Ensemble, Linda Balla Linda
Finalista – Miko, Signora tu
Ripescato – Albatros, Volo AZ504
Eliminato: Silvano Vittorio, Vieni
Eliminato: Armonium, Stella Cadente
DRUPI - Solo 3 anni prima passava inosservato in Italia per sfondare sul mercato europeo, ma da quel momento è uno dei più costanti nelle classifiche di vendita italiana, e così a Sanremo è tra i capi squadra con finale assicurata.
DANIEL SENTACRUZ ENSAMBLE - Nati solo nel 1974, ottengono un successo tale da essere inseriti tra i capigruppo della loro squadra approdando di diritto in finale.
Del gruppo fanno parte Ciro Dammicco, Linda Lee, Stefano Dammicco, Mara Cubeddu, Savino Grieco, Bruno Sartori, Gianni Minuti, Gianni Calabria e Rossana Barbieri.
MIKO - Torna a Sanremo dopo la prova bellissima, non premiata dalle giurie, del 1965. Tornato ad incidere nei primi anni settanta viene pompato parecchio dalla stampa specializzata che lo critica positivamente e riesce così a raggiungere la finale nel 1976 con SIGNORA TU.
È tra coloro che cercano di imporsi al pubblico clonando le mode e, pur riuscendoci perfettamente, non è in grado di capire che probabilmente è proprio l’assenza di una sua personalità che lo tengono lontano dal successo vero.
Gli ALBATROS - Sono un complesso stumentale che si costruisce intorno a TOTO CUTUGNO che attraverso il complesso ha modo di farsi conoscere come interprete e autore di alto livello, ricco di verve e capacità. Oltre a lui, del gruppo fanne parte Lino Losito, Roberto Cutugno, Massimo Viganò e Tonet Cicio.
Gli ARMONIUM - Sono un gruppo vocale e strumentale composto da validi musicisti napoletani (Enzo Stavolo, Franco Zulian, Piero Martoglio, Claudio Scotti Galletta a cui si aggiunge Piero de Santis, operatore di studio per l’elaborazione del brano). Nascono a metà degli anni settanta e dopo la partecipazione al Festival di Sanremo del 1976 continuano a presentarsi in gara a numerose manifestazioni musicali fino al 1980, quando, dopo essere tornati a Sanremo, si sciolgono.
SILVANO VITTORIO - Fa il suo debutto sulle scena nazionali nel 1975 e subito siene invitato a partecipare al Festival del 1976, dove non raggiunge la finale, passando praticamente inosservato. - SQUADRA 6 (solo nella serata finale)
I Profeti – Cercati un’anima
La Nuova Gente – Che sarei
Albatros – Volo AZ504
Raccoglie i tre migliori secondi per ogni squadra.
Nonostante partano quindi svantaggiati, dati a richio di esclusione, gli Albatros riescono ad imporsi raggiungendo la terza posizione nella classifica finale.
E come sempre, dopo aver prestato attenzione ai protagonisti della gara, lasciamoci distrarre dal gossip.
2. IL PRIMO PASSO E' RIVOLUZIONARE TUTTO
Tanto è forte l’odore di flop che la RAI manda in onda la manifestazione controvoglia, nonostante tornino in gara i big della musica italiana , di cui 10 hanno la finale assicurata, nonostante la sperimentazione di una gara a squadre, prima che individuale e nonostante l’avvento degli ospiti stranieri, fortemente voluti dal patron Vittorio Salvetti , padre della rinascita, fautore di un rilancio inaspettato.
Con il nuovo regolamento, molti saranno i ritorni , di cui alcuni visti come doverosi, dopo un ostracismo portato avanti dall’assessore Napoleone Cavaliere, ormai non più nel governo della città, ma responsabile per le tre edizioni precedenti dell’organizzazione del Festival, come ad esempio il ritorno di Orietta Berti, o Julio Iglesias, che torna da star, dopo che solo 4 anni prima è stato bocciato dalla commissione selezionatrice, come bocciato è anche Claudio Villa, con un brano fortemente politico, ispirato alle lotte operaie.
Salvetti conosce bene il suo lavoro ed è grazie alla sua esperienza di ideatore di una delle maggiori manifestazioni musicali italiane, che però non presenta dei nuovi progetti musicali, ma tende a rafforzare il successo di chi lo sta già riscontrando (Festivalbar), riesce a trovare il giusto mix per ridare smalto al Festival, ma ad aiutarlo c’è la cancellazione di una manifestazione di successo che però non rientra più tra i progetti della RAI.
È soprattutto grazie alla cancellazione dai palinsesti di Canzonissima che si prepara una nuova edizione di Sanremo, altrimenti non ci sarebbe mai stata.
Il regolamento di questa edizione accontenta un po’ tutti: discografici, cantanti, televisione, radio, pubblico, anche se per tornare ai fasti degli anni del boom ci vorrà ancora un po’.
I discografici e i cantanti sono accontentati perché gli interpreti più noti sono inseriti di diritto nella serata finale, ma c’è anche spazio per novità e per cercare di far tornare alla ribalta nomi che si sono persi nel tempo; la televisione è soddisfatta poiché, in assenza di una manifestazione musicale invernale, Salvetti ha messo in piedi uno spettacolo di sicura presa; la radio, sempre legata all’azienda RAI, è soddisfatta grazie all’elevato numero di brani in concorso, tutti molto radiofonici, e dalla possibilità di alternare brani interpretati da cantanti giovani, da supportare, a vecchie glorie che permettono di mantenere alta l’attenzione; il pubblico in fondo si accontenta di poco, ma comincia a dimostrare nuovamente la sua soddisfazione portando alcuni brani tra quelli presentati a Sanremo, in top 10 annuale.
Fonte: QUI e QUI
Salvetti per salvare il Festival apporta delle modifiche importantissime a tutta la kermesse.
In primis elimina l’orchestra per la gara , permettendo ai cantanti di esibirsi su base musicale, mentre l’orchestra resta solo per le riproposizioni ad opera di Hengel Gualdi, Bruno Martino, Ely Neri, Bruno Masetti, che si affiancano ai maestri diretti da Riccardo Valtellini.
Secondo espediente per tornare al successo è, secondo Salvetti, il ricorrere agli ospiti stranieri che hanno maggiore successo in Italia presso il pubblico giovane.
Inoltre ritiene che bisogni dare al pubblico la gara ad eliminazione che fa tanto suspance per renderlo partecipe e farlo appassionare, lasciando però che ci siano anche i loro beniamini.
Ulteriore novità è data dal fatto che la conduzione è totalmente anti-televisiva , per quanto apra poi la strada ad un genere televisivo che avrà moltissimo successo per tutti gli anni Ottanta.
Inizialmente per quanto concerne la conduzione si era pensato allo stesso Salvetti , accompagnato dalla Marianna di Sandokan, attrice ai livelli più alti di apprezzamento da parte del pubblico e di attenzione da parte dei media, ma la RAI impone che ci siano dei conduttori professionisti, o che si siano distinti anche in conduzioni precedentemente.
Si pensa ad esempio a Domenico Modugno, che accetta di andare a Sanremo, ma non in veste di Conduttore, bensì di ospite, per presentare il suo nuovo lavoro.
Si decide quindi per la sperimentazione di una conduzione sopra le righe e fuori dalle liturgie televisive, che vede un dj lanciare i brani in concorso da una postazione radiofonica, senza mai salire sul palco.
A presentare è quindi chiamato il conduttore radiofonico GIANCARLO GUARDABASSI, che viene affiancato ogni sera da due “vallette” differenti : SERENA ALBANO, STELLA LUNA, TIZIANA PINI, LORENZA ROSETTA NARDULLI e KARLA STRANO PAVESE, selezionate attraverso il concorso della “Domenica del Corriere” chiamato “AAA valletta cercasi”.
La conduzione è anomala per la televisione in quanto non segue la liturgia classica della conduzione televisiva ma prende dalla radio la formula chiacchierata e l’informalità. Guardabassi e le due vallette siedono in una consolle ai piedi del palco , e da lì lanciano i cantanti in gara, gli ospiti, le esibizioni, le classifiche e gli intervalli, dando quasi il via al format della radio in tv che esploderà con Deejay Television qualche anno dopo.
Ho condotto Sanremo per caso – ha ricordato Guardabassi – dopo qualche anno di disinteresse da parte della Rai l’azienda radiotelevisiva di Stato riprese ad occuparsi del Festival, a dire la verità il conduttore doveva essere Domenico Modugno, ma a seguito della sua rinuncia Bruno Voglino e Vittorio Salvetti contattarono Guardabassi “Salvetti – ricorda Guardabassi a trent’anni di distanza – mi contattò tre giorni prima dell’inizio del Festival, andai di corsa a Sanremo, accettai subito senza nemmeno un contratto scritto. Al termine della serata Salvetti si complimentò e mi disse: “Giancarlo dato che la Rai ha messo a disposizione un budget ridotto posso darti soltanto un compenso di 800.000 lire, accettalo, lo so che è poco, ma il budget è questo, probabilmente sarà il nostro ultimo Sanremo.”
Per la prima e unica volta nella storia del Festival il conduttore non salì mai sul palcoscenico, ma rimase sempre seduto ad un tavolo ai piedi del palco stesso, di spalle ad una colonna e rivolto alla scena, munto di monitor, telefoni, testi e microfoni, con una postazione molto simile ad uno studio radiofonico: Guardabassi condusse il Festival come se fosse alla radio, non guardò mai la telecamera ed era affiancato da due assistenti che non parlavano mai.
La conduzione fu di stile moderno, tipico dei dj all’americana ai quali si ispirava; la registrazione video della serata conclusiva del Festival, l’unica ad andare in onda sul canale Nazionale alle 20,30 è andata perduta in un incendio dell’archivio Rai di Torino.
Esistono alcune versioni trasmesse da televisioni straniere, con il commento del traduttore simultaneo in lingua spagnola.
Fonte: QUI e QUI
Naturalmente non possono mancare le polemiche, e questa volta la più importante è legata all’argomento principe tra i testi dei brani in concorso: IL SESSO , a discapito dell’amore cantato nelle edizioni precedenti e nelle future.
Più della metà dei brani in concorso ha riferimenti espliciti al sesso.
A vincere ad esempio è il racconto di uno spogliarello sexy, che poi verrà presto eliminata dal repertorio live dell’interprete.
Tanto basta per fare in modo che la stampa più moderata si riferisca al Festival di Sanremo con l’appellativo, con fini denigratori, di PORNOFESTIVAL.
La stampa dell’epoca ipotizza che la scelta da parte della commissione selezionatrice sia da attribuire alla necessità di richiamare il pubblico e fermare l’emorragia che ha lasciato il Festival di Sanremo in coma e che rischia adesso di morire definitivamente, e così nascono epiteti come “festival dei frustrati”, anche se nonostante questa apertura ci sono ancora argomenti ritenuti tabù in RAI, di cui ancora non si parlerà a lungo, come ad esempio l’omosessualità, l’incesto o la sodomia.
Salvetti non capisce le critiche e risponde dicendo: “Il sesso è dappertutto, non vedo perché scandalizzarsi nel trovarlo al Festival”, e non ha nessun torto dato che proprio in questi anni si diffondono le trasmissioni notturne dei canali privati, che sfruttano e immagini sexy e spinte di casalinghe e donne comuni, ma anche, come abbiamo visto prima, aumentare la pesantezza della scure della censura.
Solo le canzoni di Gloriana e dei Ricchi e Poveri hanno un contenuto socio-politico, tra l’altro passato in secondo piano.
Lo scandalo del sesso nei testi si lascia affiancare, in maniera ossimorica, anche da chi lamenta invece nella costruzione musicale l’assenza di novità e l’adeguamento e l’aderenza ai gusti del tempo.
Proprio questa mancata aderenza ai gusti del tempo, e soprattutto all’attualità, scelta presa dalle case discografiche che ritengono che una manifestazione musicale non debba raccontare la nazione, ma allietarla , è alla base della crisi che Sanremo ancora attraversa.
Così dall’essere una “piccola capitale”, dall’avere tutti gli occhi mediatici puntati addosso, perché riusciva ad accompagnare il Paese nella sua crescita, adesso si discosta da tutto, costruendo solo una evasione come altre, per quanto pian piano stia tornando ad essere uno dei pochi momenti di pura evasione.
Fonte: QUI
Gli ospiti delle serate eliminatorie saranno:
JULIO IGLESIAS , che arriva a Sanremo dopo la bocciatura di qualche anno prima, e questa volta calca il palco come ospite d’onore, regalando al pubblico italiano “Se mi lasci non vale”, brano che contribuisce a renderlo anche da noi il cantante romantico di maggiore successo a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta.
ADAMO, che già dalla metà degli anni sessanta riscuote un notevole successo in tutta Europa, ma soprattutto in Italia e in Francia, sua terra d’adozione.
SUZI QUATRO, esponente di spicco del glamour rock.
CHANTERS SISTERS e ESTHER PHILLIPS.
Mentre i due ospiti più importanti saranno italiani, fuori gara, e si esibiranno durante la serata finale. Si tratta di:
DOMENICO MODUGNO , per la prima volta sul palco di Sanremo in qualità di ospite fuori concorso.
Per la prima volta viene data occasione a cantanti che avrebbero potuto gareggiare, di esibirsi fuori concorso, presentando comunque il loro ultimo lavoro.
Già nel 1970, in occasione del ventennale, si è esibito con i protagonisti del Festival, ma nel corso di una serata completamente distaccata dalla gara, questa volta invece si esibisce in finale interrompendo la sequenza dei brani in concorso, eseguendo un medley dei suoi successi e presentando al pubblico IL MAESTRO DI VIOLINO, brano colonna sonora del film che lo vede protagonista.
Ospiti della serata finale sono anche ERMINIO MACARIO che rallegra il pubblico con uno dei suoi sketch e che alla fine del suo momento presenta RITA PAVONE la quale decide di rinunciare alla gara per presentare fuori concorso “E zitto e zitto”.
Nonostante questi momenti un po’ più ricercati e magari attesi (sicuramente oggi sono attesi i cantanti ospiti, all’epoca non ne sono così convinto), i protagonisti sono coloro che si mettono in gioco per riuscire ad arrivare a vincere un premio, per vedersi rilanciare presso il grande pubblico o semplicemente per aumentare la sua visibilità.
3. ANEDDOTI E CURIOSITÀ:
Anthony Quinn era stato annunciato come presentatore dei cantanti stranieri invitati come ospiti, ma l’attore non sarà presente, comunicandolo solo qualche giorno prima della messa in onda, non adducendo alcuna motivazione.
Salta anche lo spazio “marchetta” che vedeva come protagonisti Marcello Mastroianni e Claudia Mori, protagonisti di “Culastrisce nobile veneziano”, in uscita nei cinema proprio nel week-end del Festival.
Anche Mario del Monaco, tenore in scena nei maggiori teatri europei, decide di dare forfait senza nemmeno comunicarlo.
I cantanti in gara si esibiscono su basi musicali e la stampa mette un po’ di pulci nelle orecchie del pubblico, paventando l’idea che alcuni cantanti abbiano approfittato di questo per poter cantare il playback.
La RAI annuncia che, in assenza della gara di Canzonissima, e nonostante la presenza di una manifestazione musicale utile, non crede abbastanza nel Festival di Sanremo.
Quindi seleziona i rappresentanti per l’Eurofestival in base alle decisioni di una commissione interna, che designa come rappresentanti designati Al Bano e Romina Power.
Rita Pavone accetta di partecipare in gara avendo la finale assicurata, ma poco prima della messa in scena del festival, dopo la definizione del cast, decide di partecipare solo come ospite.
In questo modo viene promosso Paolo Frescura direttamente capo squadra e chiamata Maggie Mae.
Lorenzo Pilat, autore di “Una casa senza nome” viene accusato di plagio e risponde dicendo “sono anni che copio tutti ma continuo a fare soldi”.
Per la prima volta sono presenti anche inviati di Radio Vaticana.
Proprio in questa edizione piena di sesso, decidono di registrare i brani, farli ascoltare ai responsabili della programmazione, e decidere se aprire l’emittente alla musica leggera a partire da brani del Festival.
Davanti ai testi molto espliciti la stampa dichiara “era naturale che il mondo della canzonetta prima o dopo scoprisse che un uomo e una donna non passano il loro tempo solo sospirandosi frasi d’amore davanti al mare blu”.
Gli Opera e Carlo Gigli cantano di un uomo che fa sesso con la sua compagna mentre lei dorme, per paura di un rifiuto se lei fosse sveglia.
E qui ci si domanda, ma se lei resta addormentata vorrà significare qualcosa; magari se si svegliasse non rifiuterebbe prima di addormentarsi.
La canzone “La femminista” vede un verso modificato dalla censura; così “è chiaro che tu combatti se nel letto tu mi sbatti” diventa “è chiaro che tu combatti con degli argomenti adatti”.
Antonio Buonuomo viene aggredito da una decina di femministe fuori dal suo hotel.
Ma la presenza della stampa e dei fotografi, e il fatto che fossero tutte napoletane, fa maliziosamente pensare che abbia voluto creare un caso attorno a lui per attirare l’attenzione che Sanremo non assicurava.
Tesi confermata dal gruppo femminista sanremese.
La RAI dimostra apertamente il suo disinteresse nella messa in scena con continue gaffes ed errori della regia.
Angela Brambati dei Ricchi e Poveri è incinta e si presenta in premaman al Festival.
La RAI pone ancora il veto per le ragazze madri, così lei rende pubblico il suo matrimonio, avvenuto 3 anni prima in Svizzera.
Drupi canta la sua canzone con due ragazze sedute per terra, come intorno ad un falò.
Saranno spesso con lui e verranno chiamate “le Drupette”.
Fonte: QUI
4.LE CANZONI IN GARA E LA CLASSIFICA FINALE:
Posto | Brano | Interprete | Voti | Autori | Disco | LatoB |
1 | Non lo faccio più | Peppino Di Capri | 46 | Depsa - Iodice | Splash SPH 1023 | Vorrei, vorrei, vorrei |
2 | Come stai, con chi sei | Wess & Dori Ghezzi | 40 | Minellono - Balsamo | Durium CN A 9343 | Più ti voglio bene, più te ne vorrei |
3 | Gli occhi di tua madre | Sandro Giacobbe | 36 | Giacobbe - Pace - Avogadro | CBS 4043 | Dieci anni fa |
3 | Volo AZ 504 | Albatros | 36 | Pallavicini - Cutugno | Carosello CI 20410 | Marieneige |
5 | Due anelli | Paolo Frescura | De Sanctis - Frescura | RCA TPBO-1207 | 27 Luglio | |
6 | Sambariò | Drupi | Riccardi - Albertelli | Ricordi SRL 10792 | Aiutami… | |
7 | Più forte | Carlo Gigli | Schiava - Gigli | RCA TPBO-1175 | La tempesta | |
8 | Linda bella Linda | Daniel Sentacruz Ensemble | Zacar - Querencio - Sentacruz - Specchia | EMI 3C 006 18148 | Scaramouche | |
9 | L'ho persa ancora | Opera | Ricciardi - Avogadro - Pace | CBS 4042 | Se tu, se mai | |
10 | Cuore di vetro | Camaleonti | Bigazzi - Savio | CBS 4038 | Amico di ieri amico perduto | |
11 | Omar | Orietta Berti | Battaini - Beretta | Polydor 2060 115 | Sulla tua mano | |
12 | Andiamo via | La Strana Società | Conti - Cassano - Albertelli | Durium Ld A 7911 | Ma che ragione hai | |
13 | Due storie dei musicanti | Ricchi e Poveri | Enriquez - Bardotti | Cetra SP 1606 | Due storie dei musicanti | |
14 | Piccola donna addio | Patrizio Sandrelli | Stavolo - Zulian | Smash SM 6008 | L'oro del tuo grembo | |
15 | Quando c'era il mare | Sergio Endrigo | Endrigo | Ricordi SRL 10793 | Barbara | |
16 | Signora tu | Miko | Bozzetti - Pegoraro | Real Music REAN 14001 | Jane | |
17 | Cercati un'anima | I Profeti | Ciletti - Cavallaro - Pace - Avogadro | CBS 4041 | Chiuanua | |
18 | Che sarei | La Nuova Gente | Landro - Cardullo | FMA ZFM SO403 | Fantasma d'allegria | |
La canzone dei poveri | Gloriana | Gallo - Mallozzi | BellaRecord BR 178 | Una rosa per Ludwig | ||
Una casa senza nome | Umberto Lupi | Pace - Panzeri - Pilat | Derby DBR 4039 | Firenze sogna | ||
E tu mi manchi | Santino Rocchetti | Simonluca - Lo Vecchio | Cetra SP 1607 | Mia | ||
La femminista | Antonino Buonuomo | Chiosso - Alfieri | Hello ZEL 50492 | L'angelo del focolare | ||
Il mio primo rossetto | Rosanna Fratello | Napolitano - Salerno | Ariston AR 00724 | Pazza io | ||
Nata libera | Leano Morelli | Crippa - Morelli | Philips 6025149 | La voglia di te | ||
Noi due | Romina Power | Power - Carrisi | Libra LBR 1203 | Un uomo diventato amore | ||
Sing my song | Maggie Mae | De Natale - Darini | RCA TPBO 1204 | Just a little smile | ||
Stella cadente | Armonium | Stavola - Zulian | EMI 3C 006 18147 | Lady Ann | ||
Torno a casa | Vanna Leali | Suligoj - Limiti | Disco Più DPN 7203 | La mia domenica | ||
Uomo qualunque | Enzo Maria Picciotta | Picciotta - Migliacci - Farina | RCA TPBO 1200 | Ero libero | ||
Vieni | Silvano Vittorio | Lo Vecchio - Vittorio | Ricordi SRL 10794 | Perdonami ora |
8. LA CANZONE VINCITRICE DEL XXVI° FESTIVAL DI SANREMO:
1. NON LO FACCIO PIU' Peppino di Capri |
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Punti : 439
Data d'iscrizione : 27.04.10
Età : 70
Località : Prato-Toscana
FESTIVAL DI SANREMO 1976: I cantanti, le canzoni, i video, i testi - Le prime 18 canzoni classificate
26° FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA
La Classica Finale , al netto di finalisti, ripescati e altro, è la seguente:
01. Non lo faccio più (Depsa, Sergio Iodice e Fabrizio Berlincioni) Peppino di Capri
02. Come stai, con chi sei (Cristiano Minellono, Felice Piccarreda e Umberto Balsamo) Wess e Dori Ghezzi
03. Gli occhi di tua madre (Sandro Giacobbe, Daniele Pace e Oscar Avogadro) Sandro Giacobbe
04. Volo AZ504 (Vito Pallavicini e Toto Cutugno) Albatros
05. Due anelli (Antonello de Sanctis e Paolo Frescura) Paolo Frescura
06. Sambariò (Luigi Albertelli e Enrico Riccardi) Drupi
07. Più forte (Schiava e Carlo Gigli) Carlo Gigli
08. Linda bella Linda (Ciro Dammicco, Querencio, Sentacruz e Francesco Specchia) Daniel Sentacruz Ensemble
09. L’ho persa ancora (Enrico Riccardi, Oscar Avogadro e Daniele Pace) Gli Opera
10. Cuore di vetro (Giancarlo Bigazzi e Totò Savio) Camaleonti
11. Omar (Mario Battaini e Luciano Beretta) Orietta Berti
12. Andiamo via (Corrado Conti, Franco Cassano e Luigi Albertelli) La Strana Società
13. Due storie dei musicanti (Luis Bacalov e Sergio Bardotti) Ricchi e Poveri & I Nostri Figli
14. Piccola donna addio (Stavolo e Franco Zulian) Patrizio Sandrelli
15. Quando c’era il mare (Sergio Endrigo) Sergio Endrigo
16. Signora tu (Pier Michele Bozzetti e Graziano Pegoraro) Miko
17. Cercati un’anima (Donato Ciletti, Claudio Cavallaro, Daniele Pace e Oscar Avogadro) Profeti
18. Che sarei (Landro e Cardullo) La Nuova Gente
Canzoni non finaliste
– E tu mi manchi (Simon Luca e Andrea Lo Vecchio) Santino Rocchetti
– Il mio primo rossetto (Umberto Napolitano e Alberto Salerno) Rosanna Fratello
– La canzone dei poveri (Gallo e Mallozzi) Gloriana
– La femminista (Leo Chiosso e Eduardo Alfieri) Antonio Buonomo
– Nata libera (Crippa e Leano Morelli) Leano Morelli
– Non due (Romina Power e Albano Carrisi) Romina Power
– Sing My Song (Cesare De Natale e Darini) Maggie Mae
– Stella cadente (Stavolo e Franco Zulian) Armonium
– Torno a casa (Elide Suligoj e Paolo Limiti) Vanna Leali
– Una casa senza nome (Lorenzo Pilat, Mario Panzeri e Daniele Pace) Umberto Lupi
– Uomo qualunque (Ezio Maria Picciotta, Franco Migliacci e Dario Farina) Ezio Maria Picciotta
– Vieni (Andrea Lo Vecchio e Silvano Vittorio) Silvano Vittorio
Fonte: QUI
CANZONI CLASSIFICATE:
02. COME STAI, CON CHI SEI Canta: Wess e Dori Ghezzi | 03. GLI OCCHI DI TUA MADRE Canta: Sandro Giacobbe | |
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04. VOLO AZ504 Canta: Albatros | 05. DUE ANELLI Canta: Paolo Frescura | |
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06. SAMBARIO' Canta: Drupi | 7. PIU' FORTE Canta: Carlo Gigli | |
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8. LINDA BELLA LINDA Canta: Daniel Sentacruz Ensemble | 9. L'HO PERSA ANCORA Canta: Gli Opera | |
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9. CUORE DI VETRO Canta: I Camaleonti | 10. OMAR Canta: Orietta Berti | |
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12. ANDIAMO VIA Canta: La Strana Società | 13. DUE STORIE DEI "MUSICANTI" Canta: Ricchi e Poveri e I Nostri Figli | |
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14. PICCOLA DONNA ADDIO Canta: Patrizio Sandrelli | 15. QUANDO C'ERA IL MARE Canta: Sergio Endrigo | |
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16. SIGNORA TU Canta: Miko | 17. CERCATI UN'ANIMA Canta: I Profeti | |
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18. CHE SAREI Canta: La Nuova Gente |
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Età : 70
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