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FESTIVAL DI SANREMO 1977: I CANTANTI - LE CANZONI - I TESTI
Italia Canora :: GARE MUSICALI ::
FESTIVAL DI SANREMO 1977: I CANTANTI - LE CANZONI - I TESTI
La direzione musicale fu curata dal maestro Riccardo Vantellini. Invece, i commentatori radiofonici della manifestazione furono Adriana Asti e Umberto Eco.
Dopo 26 edizioni nella storica sede del Casinò, il Festival dovette traslocare per lavori di ristrutturazione dell'edificio; fu scelto il teatro Ariston che, originariamente inteso come sistemazione temporanea, divenne in seguito la nuova sede del Festival fatta eccezione per l'edizione del 1990.
La scelta della nuova sede ebbe, tra i vari effetti, quello di far calare il prezzo dei biglietti di quasi tre quarti.
In un embrione di quello che sedici anni dopo sarebbe diventato il "Dopofestival", Maurizio Costanzo condusse una trasmissione sul primo canale Rai in seconda serata, dedicata a un dibattito sulla musica leggera tra giornalisti, cantanti e pubblico.
Nelle due serate iniziali, trasmesse solo radiofonicamente e condotte da Maria Giovanna Elmi, su idea di Vittorio Salvetti furono realizzati dei mini spettacoli da parte dei cantanti in gara (questa formula sarà poi ripresa da Pippo Baudo per l'edizione 2003 del Festival).
Peraltro, la Rai interruppe il collegamento con la serata finale prima che venisse annunciato il verdetto del vincitore.
Per la prima volta nei primi tre posti figurarono tre gruppi: a riportare la vittoria furono gli Homo Sapiens con Bella da morire davanti ai Collage, secondi con Tu mi rubi l'anima e ai Santo California, sul gradino più basso del podio con Monica.
Donatella Rettore, alla sua seconda partecipazione, lanciò caramelle sul pubblico durante la sua esibizione.
Il 6 marzo, la domenica successiva alla finale, sempre al Teatro Ariston fu realizzato un galà per i 100 anni di registrazioni sonore, presentato da Alberto Lupo; parteciparono esponenti del mondo del jazz, della lirica e di altri generi musicali.
Intervennero al programma gli stessi Homo Sapiens, freschi vincitori, Domenico Modugno, Gigliola Cinquetti e Barry White che ivi registrò uno spettacolo di circa un'ora.
La registrazione venne mandata in onda qualche mese dopo la conclusione del Festival e lo special di Barry White in settembre.
Si trattò della prima edizione irradiata a colori anche in Italia, dopo le esperienze precedenti limitate solo all'Eurovisione.
Gli Homo Sapiens furono terzi nelle classifiche di vendita post-Festival, mentre i Collage, giunti secondi, conquistarono la vetta dell'Hit Parade.
Regolamento
Edizione a "scontro diretto" fra due cantanti alla volta.
La giuria, composta da 25 membri, situata sotto il palco esprimeva immediatamente il voto per un cantante o per l'altro. Curiosamente molte votazioni danno per totale di punti 24 e in un caso (Albatros vs Rettore) 26.
Fortunatamente in nessun caso, il voto mancante o in più, fu determinante per il passaggio alla fase successiva.
In semifinale arrivarono in sei, per poi ridursi a tre nella votazione finale.
Sia nella semifinale che nella finale, i brani vennero riproposti in forme ridotte (ridotte perché dopo meno di un minuto e mezzo veniva spento l'audio ai microfoni).
Orchestra
Orchestra diretta dai maestri: Riccardo Vantellini, Natale Massara, Victor Bach, Massimo Salerno, Ezio Leoni, Renato Angiolini, Marcello Faneschi, Rodolfo Grieco, Giacomo Simonelli.
La sigla fu composta dal maestro Riccardo Vantellini.
Ospiti
Questi gli ospiti che sono intervenuti nel corso delle tre serate di questa edizione del Festival di Sanremo:
Domenico Modugno - Il Vecchietto # Barry White # Iva Zanicchi - Arrivederci Padre # Marcella - Abbracciati # Loredana Bertè
# Wess e Dori Ghezzi # Daniel Sentacruz Ensemble # Juli & Julie # Rick Dees # West Machines # John Miles # Chocolat's # Gigliola Cinquetti # Duilio Del Prete
Organizzazione e direzione artistica: Vittorio Salvetti
1. LE SQUADRE, I CANTANTI, LE CANZONI
Gara
Tutti i brani (prima volta nella storia del Festival) sono ammessi alla serata finale.
Durante la serata finale, si scontrarono le seguenti accoppiate, in ordine di apparizione e con il voto dato dalla giuria:
E come sempre, dopo aver prestato attenzione ai protagonisti della gara, lasciamoci distrarre dal gossip.
2. SANREMO: 1977 – 27° EDIZIONE. L’ARISTON, IL SUCCESSO INSPERATO, TRASMISSIONE A COLORI
Una situazione difficile, ma che era facilmente attendibile ormai da anni, che riporta in strada gli studenti che 10 anni prima riuscirono ad ottenere ottimi riscontri grazie alla mobilitazione, ma che in un “regime di terrore” muovono in realtà reazioni fin troppo violente da parte delle forze dell’ordine, fino a provocare la morte di un manifestante a Bologna.
Le mobilitazioni giovanili si aggiungono a quelle precedenti di metalmeccanici, sindacati, dipendenti statali e non solo.
Un ’68 in stile ridotto, che porterà poi allo sdoganamento dello yuppismo e all’individualismo sociale.
Ma in questo contesto è l’altra notizia che diventa fondamentale!
Già da qualche anno l’Italia si era popolata di emittenti locali autofinanziate, che spesso diffondevano le trasmissioni via cavo, come la notissima TeleNapoli che per 2 edizioni ha trasmesso, unica in Italia, le 2 semifinali del 1973 e del 1974, del Festival, o la TeleBiella, con cui si contende il primato di registrazione all’Agenzia delle Entrate.
Dopo una serie di interrogazioni parlamnetari, proteste e battaglie legali, che ormai da mesi riempivano le cronache dello spettacolo, nel 1977 la Corte Costituzionale si esprime a favore delle emittenti radiofoniche e televisive private.
Viene sottolineata l’inammissibilità e l’illegittimità del monopolio che la RAI aveva avuto, e tenuto stretto, dando di fatto al via del proliferarsi di stazioni radio-televisive in ogni zona d’Italia, spesso anche più d’una per quartiere, dato che con poche centinaia di migliaia di lire si riusciva a trasmettere un programma nell’etere.
Le emittenti private sono in realtà decisamente all’avanguardia rispetto all’emittente pubblica.
Migliori mezzi tecnici e le trasmissioni a colori già sperimentate anni prima.
Questa “concorrenza” fa correre ai ripari anche la RAI che deve adeguarsi ai tempi e deve cominciare a dffondere a colori su tutto il territorio nazionale.
Di certo le tecnologie non le mancavano e sarebbe stata pronta a trasmettere a colori già dal 1961, dall’inaugurazione del secondo programma, che diventerà RAI 2.
Inoltre da qualche anno non mancavano lunghi momenti di monoscopio con prove di trasmissione a colori e dai primi anni settanta frequenti sono stati brevi video a colori, soprattutto come sfondo di trasmissioni musicali in cui si diffondeva musica classica.
Ma la prima vera trasmissione autoprodotta a colori è stato il Festival di Sanremo, per quanto fosse poco importante per la RAI, o forse proprio per quello, dato che se non fosse andata bene, avrebbero potuto sminuire l’errore attribuendolo ad una trasmissione minore.
L’edizione del Festival del 1976 è stata un successo rispetto alle precedenti, e lo è stato contro ogni pronostico, tanto che si decide di dare maggiore spazio a Vittorio Salvetti che, forte di un contratto triennale per l’organizzazione del Festival, decide di sperimentare ancora.
Lui stesso si rende conto di quanto il meccanismo dell’edizione precedente fosse macchinoso e pesante, oltre che poco funzionale ai fini di una gara che si sviluppa in 3 giorni.
Proprio per questo stravolge nuovamente tutto!
I nomi importanti svaniscono, nonostante siano però presenti interpreti che diventeranno significativi per la scena musicale italiana, come i Matia Bazar o Donatella Rettore.
Le eliminazioni avverrano solo nella serata finale, per permettere ai cantanti in gara, solo 12, di arrivare a farsi ascoltare anche in diretta televisiva.
Durante le prime due serate si esibiscono 6 interpreti per ogni serata, con a disposizione del tempo per presentarsi al pubblico, creando un evento intorno a sé, facendosi accompagnare da un nome importante dello spettacolo, esibendosi in un brano differente da quello in gara, recitando o altro.
In pochi riusciranno a sfruttare questo tempo, ma almeno lo spettacolo non è mancato nemmeno nelle serate interlocutorie, esclusivamente radiofoniche.
Solo nella serata finale, grazie a 6 scontri diretti, avremo le prime eliminazioni.
Una prima manche in cui a sorpresa avanzano quasi esclusivamente i complessi che, fino a poco prima non avevano mai avuto fortuna a Sanremo.
Dopo questa prima manche, di cui vedremo le sfide dirette tra poco, c’è una semifinale a 6, sempre con scontri diretti, durante i quali verranno fuori i primi 3 classificati che, con un’ulteriore esibizione, si scontreranno per conoscere la loro posizione in classifica.
Un regolamento decisamente più semplice e veloce, che permette di dare maggiore spazio allo spettacolo e di regalare comunque la suspence allo spettatore interessato, riuscendo per di più ad accontentare le esigenze dei cantanti e delle case discografice.
Il perché di questa decisione di Salvetti è facile da intuire: intende ripartire da zero, riportare Sanremo in fasce, per permettere di tornare a crescere dimenticando la grandezza conosciuta in passato, a cui è inevitabilmente seguita una crisi.
Il modo più semplice per riuscire in questo intento è creare una rassegna di “Big del futuro“, permettendo alla gara di restare interessante mettendo l’uno contro l’altro i giovani che più di altri si sono distinti sul mercato nel corso della stagione precedente.
Questo però viene visto negativamente dalla stampa specializzata che, senza i grandi nomi, mostra totale indifferenza, tanto che saranno cronisti in erba a seguire la manifestazione, che a detta loro è destinata a non vedere un futuro, seppure si stia attaccando alla vita dopo qialche spasmo che l’ha salvata dalla chiusura un paio d’anni prima.
Il regolamento prevede due novità importanti, oltre quelle appena narrate, che però rappresentano un ritorno al passato: si torna alla giuria esclusivamente presente in sala, selezionata tra coloro che hanno l’abbonamento alle 3 serate; torna l’orchestra per accompaganre i brani in gara, dopo l’abolizione dell’edizione del ’75, e con essa tornano anche i Maestri a dirigerla, 10 in questa edizione, di cui 2 dirigeranno 2 brani.
Nonostante lo stravolgimento del regolamento, la novità più importante, che non sarà mai più modificata, è data dalla nuova sede. A causa di lavori di manutenzione del Salone delle feste del Casinò, il Festival deve cambiare sede.
Salvetti vorrebbe utilizzare un teatro tenda, con prezzi accessibili per le prime file e gratis fino a fiempimento dei posti disponibili, ma l’amministrazione comunale, che dal Festival ha da subito giovato economicamente parlando, non vuole rinunciare agli introiti dello sbigliettamento e propone che la nuova sede possa essere il TEATRO ARISTON, freddo e impersonale, che però si rivelerà essere perfetto!
Il Festival di Sanremo esce finalmente da quel periodo di affanno che l’ha portato ad un passo dalla chiusura.
Complice di questa rinascita è la chiusura invece di altre trasmissioni musicali che, per quanto di successo, avevano costi esorbitanti a causa della lunga serialità della produzione.
Non esistono quindi più Canzonissima, Settevoci e il Cantagiro, intesi come grande varietà Rai, e l’unica proposta esclusivamente musicale del servizio pubblico torna ad essere il Festival.
Inoltre le intuizioni di Salvetti si sono rivelate vincenti, sin dall’anno precedente, anche se la difficoltà del regolamento ha reso lento il recupero, ritardandolo di un anno.
La formula dello scontro diretto piace anche ai giovani e soprattutto alle case discografiche che vedono i loro artisti esibirsi comunque nella serata televisiva pur non raggiungendo il podio.
Grazie a questo anche le canzoni eliminate nella prima fase rientrano in classifica facendo sì che l’affermazione sul mercato di artisti come i Matia Bazar o Donatela Rettore prenda definitivamente piede.
L’edizione del 1977 è stata organizzata con toni sommessi rispetto alle grandi edizioni del passato.
La paura che la debole ripresa del 1976 fosse solo il canto del cigno pronto a morire, ha fatto sì che tutto fosse organizzato con attenzione ma senza sprechi.
Il regolamento ammette in gara solo 12 brani, sia per permettere a tutti di esibirsi in diretta tv, sia perchè le iscrizioni al concorso sono state poche e si voleva evitare di creare un festival ricco di brutti brani.
Il bello del numero ridotto di brani in concorso è che ognuno ha a disposizione 15 minuti per creare uno spettacolo prima dell’esibizione, ma solo per le prime due serate radiofoniche, della durata di 1 ora e 45 minuti ciascuna.
Nella serata finale questo tempo a disposizione non c’è per permettere la gara, e per poter dare spazio agli ospiti, anche quest’anno importanti.
Il Festival torna piccolo perché ha bisogno di un nuovo lancio, non di un rilancio, ma proprio di ricominciare da zero, e Vittorio Salvetti è uomo di mestiere.
Solo grazie a lui il Festival è salvo!
I brani in gara tornano nelle parti alte delle classifiche di vendita, cosa che non succedeva ormai da anni, e si torna anche a lanciare artisti che segneranno la storia della musica italiana degli anni a venire: i Matia Bazar!
Il 24 febbraio anche la televisione italiana ha dato il via alle trasmissioni a colori, con un ritardo di quasi 10 anni rispetto al Regno Unito e alla Francia, e in ritardo rispetto anche a nazioni all’epoca economicamente più deboli come la Spagna e il Portogallo o la Jugoslavia.
Ma almeno i colori sono arrivati!
Il Festival di Sanremo è la prima delle trasmissioni importanti di produzione nazionale ad essere trasmessa a colori, anche se la registrazione per l’Eurovisione aveva i colori sin dal 1971.
La scelta del teatro Ariston in realtà permette di creare attorno al Festival altri elementi che rientreranno nella storia della televisione, proprio accanto al Festival, come ad esempio la possibilità di creare delle vere scenografie, monumentali a volte, accogliendo anche un’orchestra decisamente più ricca, e soprattutto dando la possibilità di creare per il pubblico l’attesa del festival arrivando addirittura a dare vita ai red carpet come per i grandi Festival cinematografici.
È questa la magia del teatro: sa creare aspettative e illusioni, separandoci dalla realtà almeno per qualche istante.
Dopo lo sdoganamento avvenuto nel 1976, nonostante la massiccia presenza nel corso degli anni sessanta, ben 7 partecipanti su 12 sono gruppi vocali e strumentali e negli scontri diretti solo La Strana Società perde il confronto con un solista, mentre i Matia Bazar perdono contro Il Giardino Dei Semplici.
Nella semifinale a 6, in un nuovo scontro diretto, saranno quindi 5 i complessi in gara e per la prima volta, e unica, volta il podio è tutto a pannaggio dei gruppi.
Anche se naturalmente il genere che portano avanti, a parte la sperimentazione elettronica dei Matia Bazar, è quello italiano, melodico e sensibilista.
Per la prima volta tutte le canzone ammesse alla gara sono direttamente ammesse alla serata finale, anche se è in quella serata che si concentra la gara.
Un sorteggio decide gli accoppiamenti per l’eliminazione diretta che si rivelano essere questi:
LA STRANA SOCIETÀ vs LEANO MORELLI
HOMO SAPIENS vs DANIELA DAVOLI
MATIA BAZAR vs IL GIARDINO DEI SEMPLICI
UMBERTO NAPOLITANO vs SANTO CALIFORNIA
ALBATROS vs DONATELLA RETTORE
SANTINO ROCCHETTI vs COLLAGE
Purtroppo questo sistema ha il difetto di far andare avanti canzoni che se poste contro un altro brano avrebbero potuto essere eliminate, ma alla fine si decide il vincitore, non la classifica finale.
Dopo questo primo scontro, nella fase semifinale un altro sorteggio decide i tre scontri che decideranno i primi tre classificati che si scontreranno per la vittoria.
Questi sono:
IL GIARDINO DEI SEMPLICI vs COLLAGE
ALBATROS vs SANTO CALIFORNIA
HOMO SAPIENS vs LEANO MORELLI
Portando poi al podio che vede vincenti gli Homo Sapiens davanti ai Collage e ai Santo California.
Questa gara è intervallata dagli ospiti e, pur non portando vere sorprese, registra anche la realizzazione del “sogno” di Vittorio Salvetti.
Infatti dopo la manifestazione tutti i cantanti in gara partono in un tour che rende itinerante il Festival, proprio come il Festivalbar, e che conta 13 tappe, esattamente come chiedeva Caterina Caselli alla fine degli anni ’60.
Anche quest’anno sono numerosi gli artisti italiani e stranieri ospiti della manifestazione, fortemente voluti da Salvetti, che portano addosso il peso della rinascita del Festival di Sanremo.
Tra questi BARRY WHITE, i CHOCOLAT’S, formazione disco dance molto popolare all’epoca, il dj RICK DEES, JOHN MILES, come ospiti internazionali.
Dopo l’ottima performance in gara nel 1976, tornano sul palco in qualità di ospiti i DANIEL SENTACRUZ ENSEMBLE che presentano “Allah Allah”.
Tra gli ospiti anche IVA ZANICCHI, che presenta una raffinata interpretazione di “Arrivederci padre” e lascia trasudare soddisfazione familistica dato che i vincitori incidono per la casa discografica di famiglia (di suo suocero).
MARCELLA è chiamata a Sanremo come ospite fuori concorso a dare una conferma del periodo d’oro che sta vivendo.
WESS & DORI GHEZZI sono ancora sul palco di Sanremo per rispettare un contratto firmato prima dello scioglimento del duo, avvenuto comunque nel 1976, a cui è seguita una carriera solista per entrambi.
Per la seconda volta ospite fuori gara, DOMENICO MODUGNO porta un nuovo medley dei suoi successi, per poi presentare al pubblico IL VECCHIETTO, amara costruzione su tarantella che unisce il drammatico al grottesco.
A condurre il Festival si è chiamato uno dei volti più noti e amati della televisione italiana, MARIA GIOVANNA ELMI.
Condurrà tutte le serate, le due di presentazione solo radiofoniche da sola, mentre la serata finale a lei viene affiancato Mike Bongiorno che prende le redini della conduzione a causa del suo becero maschilismo.
3. I 12 PROTAGONISTI
Tore Fazzi, Piero Fazzi, Piero Pischedda, Tommaso Usai e Pino Ambrosio sono i COLLAGE.
Debuttano nel 1974 senza avere buon esito a Castrocaro, ma è nel 1976 che si impongono presso il pubblico e sul mercato.
Sono per la prima volta a Sanremo e raggiungono il secondo posto. Ci torneranno ancora.
Gli ALBATROS tornano a Sanremo con una formazione totalmente rimaneggiata e rispetto al 1976 restano solo Toto Cutugno e Lino Losito; nuovi acquisti sono Mario Limongelli, Gilberto Trama, Mau Cristiani, Gianangelo Calefato, Silvano Calefato, Pino Pietrobon, Pietro Cardazzo e Nico Cricelli, quasi tutti proveniente dal gruppo dei Palladium.
Con questa formazione si dedicano ad un nuovo repertorio, fin quando Toto Cutugno non decidere di intraprendere una carriera solista che porta il gruppo allo scioglimento.
DANIELA DAVOLI esordisce come interprete di spessore e intellettuale nel 1974 interpretando brani scritti da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini, brani che interpreta poi durante lo spazio dedicato allo spettacolo nella serata di presentazione. Arriva a Sanremo nel 1977 e raggiunge una buona notorietà ma nel 1980 si trasferisce all’estero dopo il matrimonio e abbandona la carriera di cantante.
Gianfranco Caliendo, Andrea Arcella, Luciano Liguori e Gianni Averardi sono IL GIARDINO DEI SEMPLICI, formazione napoletana che fa una lunga gavetta nei locali campani prima di essere prodotti a livello nazionale unendo la tradizione napoletana e il pop melodico di moda negli anni settanta.
Dopo la partecipazione a Sanremo raggiungono un buon successo per poi tornare ad esibirsi nei locali dal 1982 in poi.
Marzio Mazzanti, Roby Pellegrini, Maurizio Nuti e Claudio Lumetta creano nei primi anni settanta il gruppo dei Tarli, che collabora stabilmente con Radio MonteCarlo.
Prendono il nome di HOMO SAPIENS nel 1974 raggiungendo un buon successo, culminato con la vittoria nel 1977.
Si sciolgono nel 1983 e riprendono a suonare nei primi anni 2000.
Dopo il debutto festivaliero del 1976, LEANO MORELLI torna a Sanremo nel 1977 ed è l’unico cantante solista a vincere uno degli scontri diretti, perdendo nella fase semifinale contro la canzone destinata a vincere.
Tornerà a Sanremo nel 1980, dopo una svolta rock, mentre negli ultimi anni settanta ottiene un buon successo grazie anche a Festivalbar che gli permette di lanciare i suoi più grandi successi.
Piero Cassano, Aldo Stellita, Carlo Marrale (tutti provenienti dai JET), con Giancarlo Golzi e Antonella Ruggiero (la cantante Matia), danno vita nel 1975 ai MATIA BAZAR che portano nella musica italiana una pagina di sperimentazione elettronica tra le più interessanti.
Arrivano al Festival di Sanremo nel 1977 ma escono dopo il confronto diretto con il pop melodico del Giardino dei semplici, essendo però, con Donatella Rettore, gli unici a ottenere il grande successo dopo la partecipazione a questo Festival.
DONATELLA RETTORE torna a Sanremo dopo il primo tentativo del 1974 e porta un brano con testo politico, ambientato durante la Spagna della guerra civile, che però si contrappone alla sua esubernza, che la vede ricordata soprattutto perchè distribuisce caramelle al pubblico durante l’esibizione.
Dopo questa partecipazione dà una svolta alla sua immagine e alla carriera, raggiungendo un grandissimo successo anche internazionale nel 1979 e per tutti gli anni ottanta. Tornerà a Sanremo nel 1986.
UMBERTO NAPOLITANO esordisce come autore nel 1966 ottenendo anche buoni successi scrivendo per Carmen Villani, Caterina Caselli, Antoine e Gilda Giuliani.
Negli anni settanta tenta la strada solista arrivando anche a Sanremo, provandoci fino agli anni ottanta, ottenendo maggiore successo fuori dai concorsi.
Al suo secondo tentativo sanremese, SANTINO ROCCHETTI conferma le sue qualità di interprete, ma ancora non riesce a raggiungere la fase finale della gara.
Pietro Barbella, Donato Farina, Gianni Galizia, Mimmo Aiello e Massimo Caso sono i SANTO CALIFORNIA, rivelatisi al grande pubblico nel 1975. Stilisticamente si fanno ricordare grazie all’interruzione del cantato con un breve brano recitato. A Sanremo raggiungono il terzo posto, ma non riescono a mantenere la notorietà raggiunta a causa del cambio dei gusti del pubblico.
LA STRANA SOCIETÀ, uno dei due gruppi nati dopo lo scioglimento dei Gens, riprova a raggiungere il successo che ha conosciuto nella vecchia formazione (e che l’altro gruppo nato dallo scioglimento ha raggiunto) partecipando per la seconda volta al Festival di Sanremo.
Durante gli scontri diretti del 1977 sono l’unico gruppo a venir superato da un cantante solista e dopo la constatazione di non riuscire a raggiungere il successo sperata, si sciolgono nel 1979.
4. ANEDDOTI E CURIOSITÀ:
Una edizione apparentemente sottotono, ma ricca di spettacolo e di belle sorprese.
Magari avercene così al giorno d’oggi! Immancabile, almeno secondo il mio punto di vista, l’angolo dedicato alla leggerezzam con un tuffo in quelli che sono i ricordi un po’ più gossipari dell’edizione.
Sono presenti i delegati delle emittenti private, sdoganate solo pochi mesi prima e già proliferate. La RAI impone che vengano relegate al Ritz, facendo in modo di allestire una sala stampa nel salone conferenze dell’Hotel, poiché la sala stampa dell’Ariston è riservato ai giornalisti della stampa e agli inviati delle emittenti estere.
L’Assessore al Turismo torna ad essere Napoleone Cavaliere e vuole fortemente che l’organizzatore unico sia Vittorio Salvetti, quasi mettendo un veto sulla presenza di Gianni Ravera.
Osvaldo Vento, sindaco di Sanremo, si prende una settimana di ferie per non essere coinvolto nelle polemiche che inevitabilmente saranno legate alla manifestazione.
L’inviata della televisione pubblica cubana, Cruz Hernandez, rivela che a Cuba Gilda è famosissima, ma nessuno la prende sul serio.
Le scenografia del teatro è apparentemente elaborata e coloratissima. Uno sfondo rosso dal quale si irradiano spicchibianchi, blu e arancioni che rendono protagonista anche il pavimento.
Poi ricchissimo di fiori e luci. Però le luci sono posizionate, senza nessuno sforzo di inventiva, lungo le linee di demarcazione dei palchi e delle tribune della sala.
Le donne del gruppo delle 4+4 di Nora Orlandi sono vestite con un peplo (richiamando molto l’abbigliamneto classico), ma leopardato .
Molti dei cantanti in gara, nel corso delle due serate di presentazione decidono di farsi accompagnare sul palco da dei “padrini artistici”.
Marina Fabbri, soubrette del grande varietà e primadonna della rivista di Macario, accompagna Santino Rocchetti.
Franco Rosi, imitatore e attore, accompagna La Strana Società e recita il testo di Tesoro Mio, rendendolo ironico e situazionale, sceneggiandolo.
Duilio del Prete, attore affermato e acclamatissimo, accompagna Donatella Rettore e non perde occasione di presentare la sua Tournée con L’Orso di Checov.
Paco Andora con i Pennsylvania salgono sul palco con i Santo California e insieme suonano un medley che include anche Monica.
Tony Martucci, importante batterista jazz, accompagna gli Albatros, con cui mette in scena un bel momento musicale.
Le sorelle LORETTA E DANIELA GOGGI accompagnano Il Giardino dei Semplici ma si esibiscono come se fossero ospiti, non in maniera tale da supportare i Cantanti in gara di cui sono madrine, per quanto però il brano che intonano, che fa parte del repertorio di Loretta, sia stato composto dai componenti del gruppo.
Al contrario di questi sei cantanti che si avvalgono della possibilità di farsi accompagnare da un ospite per il loro momento di spettacolo, altri decideranno di agire diversamente.
Gli Homo Sapiens metteranno in scena un mini concerto, cantanto nei 15 minuti a loro disposizione 5 brani del loro repertorio.
Daniela Davoli si esibisce con un brano recitativo, poi cantato, scritto da Pasolini e Dacia Maraini, con cui ha iniziato la sua carriera di performer.
I Matia Bazar si fanno accompagnare da ragazze sandwich (le “bazarette”) che con una coreografia molto simpatica compongono il loro nome.
Umberto Napolitano si presenta vestito da Gorilla per una citazione cinematografica che diventa intimista. Durante la serata finale dismette gli abiti da gorilla e si fa accompagnare da una ragazza che, mentre lui canta, fa le bolle di sapone.
I Collage e Leano Morelli decidono di cantare un altro brano e spiegare la canzone in gara.
Per rendere meno condizionabile la Giuria, durante la serata finale si decide di scegliere a sorte, tra gli abbonati del servizio telefonico di Sanremo, 9 giurati, che si aggiungeranno ai 16 (ridotti di numero anche quelli con sorteggio) presenti in sala.
Dato che la posizione d’ascolto non è ritenuta comoda dai sorteggiati sanremesi, si decide di sostituirli in extremis con avventori del bar del Teatro.
Umberto Eco e Adriana Asti sono annunciati come commentatori per la versione radiofonica della serata finale, ma Eco non si presenta e viene sostituito da Paolo Fabbri, semiologo, suo collega, Lea Massari e Giorgio Vidussio (che non so chi sia sinceramente).
Daniela Davoli vince il titolo di Lady Festival. Daniela Davoli ad un giornalista che le chiede se abbia ancora senso tentare di avere successo nel mondo della musica per via della concorrenza triplicata, risponde dicendo: “Ci sono tantissimi studenti iscritti alla Facoltà di Lettere alla Statale, non è il numero di persone che tenta una strada a svuotarla di significato”.
Gli ospiti presenti si esibiscono tutti dopo la premiazione, in un blocco a loro dedicato, ma la RAI interrompe la messa in onda per passare la linea al TG1, scatenando dure proteste. Gigi Vesigna, direttore di TV Sorrisi e Canzoni accusa la Rai di Ignoranza e il funzionario viene accusato di “Velleità da Ducetto” che vuole dimostrare di avere potere mentre dimostra solo ignoranza e mancato rispetto verso il pubblico che paga il suo abbonamneto alla TV di stato.
Anche Mike Bongiorno è indispettito da questo evento, mentre la RAI ammette l’errore di valutazione, ma un po’ tardi, solo per provare a far rientrare le polemiche, che sottolineano come adesso con le emittenti private, la televisione di Stato perderà consensi.
La XXII edizione dell’Eurovision Song Contest è in programma il 7 maggio da Londra e vede in gara 18 nazioni, senza nessun debutto.
A vincere è la Francia, mentre l’Italia è rappresentata da MIA MARTINI, scelta da una commissione interna alla RAI, che sfrutta la grande popolarità europea della nostra grande interprete, stabilmente in cartellone all’Olympia di Parigi. In questa edizione era previsto il debutto della Tunisia, primo paese africano ammesso ad una competizione europea, ma dopo aver dichiarato di intendere prendere parte alla gara, annuncia un ritiro senza aver iscritto nè interprete nè canzone al concorso.
Nell’edizione con meno brani in concorso in assoluto, solo 12 canzoni in gara, tutte vengono eseguite nel corso della finale in diretta televisiva ed eliminate con lo scontro diretto.
Fonte: QUI e QUI
5.LE CANZONI IN GARA E LA CLASSIFICA FINALE:
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6. LA CANZONE VINCITRICE DEL XXVII° FESTIVAL DI SANREMO:
1. BELLA DA MORIRE Homo Sapiens |
Autori: Renato Pareti – Alberto Salerno
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Ultima modifica di settenote il Mar Ago 17, 2021 11:01 am - modificato 1 volta.
settenote- Messaggi : 256
Punti : 439
Data d'iscrizione : 27.04.10
Età : 70
Località : Prato-Toscana
FESTIVAL DI SANREMO 1977: I cantanti, le canzoni, i videoclip, i testi di tutte le canzoni
27° FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA
CANZONI CLASSIFICATE:
02. TU MI RUBI L'ANIMA Canta: Collage | 03. MONICA Canta: I Santo California | |
Autori: G. Padovan e A. De Sanctis
| P. Pinna, G. Simonelli e E. Palumbo
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04. CON TE CI STO Canta: Umberto Napolitano | 05. DEDICATO A TE Canta: Santino Rocchetti | |
Autori: U. Napolitano
| Autori: S. Rocchetti e A. Lo Vecchio
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06. E INVECE CON TE Canta: Daniela Davoli | 07. GRAN PREMIO Canta: Albatros | |
Autori: Davoli - Zarrillo
| Autori: M. Vasseur, V. Pallavicini e T. Cutugno
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08. IO TI PORTEREI Canta: Leano Morelli | 09. MA PERCHE' Canta: Matia Bazar | |
Autori: Morelli
| Autori: Marrale - Cassano - Stellita
|
10. MIELE Canta: Il Giardino dei Semplici | 11. OH CARMELA Canta: Donatella Rettore | |
Autori: G. Bigazzi e T. Savio
| Autori: D. Rettore e C. Rego
|
12. TESORO MIO Canta: La Strana Società |
Autori: L. Albertelli, C. Conti e F. Cassano
|
settenote- Messaggi : 256
Punti : 439
Data d'iscrizione : 27.04.10
Età : 70
Località : Prato-Toscana
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